Messaggero-"IoVincenzo, tre bambini e una moglie come me: sogno il posto fisso dal'90

"IoVincenzo, tre bambini e una moglie come me: sogno il posto fisso dal'90
Uno stipendio (basso) che rimane incerto fino all'inizio dell'anno scolastico, quando si firmano i contratti per le supplenze annuali. Dieci mesi di lavoro e poi di nuovo la trafila delle graduatorie, i punteggi che non sempre tornano, i ricorsi e la speranza di ottenere un posto anche per l'anno successivo. Le assunzioni? Quelle toccano sempre a qualcun altro ed è difficile prevedere il proprio turno.
Vincenzo Valentino, 43 anni, da quindici lavoratore a tempo determinato della scuola come insegnante di materie letterarie, la racconta così la sua vita da precario. "E' davvero dura soprattutto con tre figli a carico ed una moglie precaria pure lei - si sfoga Vincenzo -. Se hai un contratto annuale riesci a prendere intorno ai 1.200 euro al mese, ma d'estate non si lavora e non si viene retribuiti. Molti contratti, infatti, scadono alla fine delle lezioni: fanno due mesi in meno di stipendio. Ho cominciato nel '90 ed era già dura: non potevo abilitarmi per il blocco dei concorsi. Qualche preside mi faceva lavorare con le supplenze brevi, ma niente contratti annuali o assunzioni".
Poi, nel 2001, è arrivata l'abilitazione. "All'inizio ero tra gli ultimi della graduatoria ad essere chiamato. Ho passato molte estati a Roma per la trafila delle supplenze. Quest'anno sono riuscito finalmente a partire: sembra che le cose vadano meglio. A breve cominceranno le attribuzioni. Ci sono buone speranze di arrivare in cattedra a metà settembre". "Certo - chiude Vincenzo - la vita da precario rimane difficile. Ogni anno si ricomincia daccapo: scuola nuova, ragazzi nuovi. Il posto fisso? Forse arriverà, se il Governo mantiene le promesse sulle assunzioni. Ma non prima di 2-3 anni".
A.Mig.