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Messaggero: Pagelle, stangata alle medie:i bocciati aumentano del 55%

Più debiti alle superiori. Gelmini: «Torna la scuola del rigore»

25/06/2009
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Il Messaggero

di GIULIA ALESSANDRI

ROMA - Mannaia calata alle medie con un aumento del 55% dei respinti in prima e seconda, più debiti da recuperare ma bocciature sostanzialmente stabili alle superiori. E’ questo il quadro che emerge dai dati parziali sugli scrutini di fine anno diffusi ieri dal ministero dell’Istruzione. Dopo i primi ”exit poll” di qualche giorno fa, che già annunciavano la strage, viale Trastevere conferma: quest’anno è stata scelta la via del rigore. Per il ministro è il segno di un’inversione di tendenza. La scuola «buonista del '68 - ha detto Gelmini commentando i dati - è stata archiviata». E anche se «non è mai bello quando un ragazzo perde l'anno - ha sottolineato il ministro - penso che un ritorno ad una scuola del rigore, dell'impegno, della serietà sia una notizia positiva per il Paese». Bene, dunque le bocciature.
Ma veniamo ai numeri. Alle medie la novità introdotta dalla legge 169 del 2008 (obbligo del 6 in tutte le materie e sufficienza in condotta per passare alla classe successiva) ha determinato un boom di respinti che, secondo i dati diffusi, solo in prima e seconda sfiorerebbero le 70mila unità, contro le 45mila dello scorso anno. Si parla, dunque, di un incremento di oltre il 55% dei non ammessi. Quanto alle superiori, confrontando i numeri con quelli dello scorso anno, emerge un aumento dei debiti da recuperare entro settembre e una sostanziale stabilità (c’è un lieve calo) dei bocciati ”puri”, quelli che non potranno fare i corsi di recupero per tentare di passare comunque l’anno studiando d’estate. In totale alle superiori non sono stati promossi, dice il ministero, il 42,2% dei ragazzi. Lo scorso anno la percentuale era del 40,56%. Dei non ammessi di quest’anno il 28,6% ha ancora una chance di recupero: potrà fare i corsi estivi e la prova finale per tentare la promozione. Il numero di debitori è in crescita (+2%), lo scorso anno erano stati il 26,8%. Per il 13,6% dei ragazzi, invece, non c’è più nulla da fare, bisogna ripetere l’anno. Un dato leggermente in calo rispetto al 2008: erano il 13,8% e già era cominciato un trend di leggera discesa (-0,4%). Le percentuali più consistenti di bocciati si registrano tra gli studenti del liceo linguistico (15.6%) e dell’ex-magistrale (20.6%), con un aumento rispetto allo scorso anno del 9.5% e del 9.8%. Si abbassa, invece, il numero dei bocciati negli istituti tecnici e professionali. Risultano stabili le percentuali nei licei scientifici e classici.
Sui toni trionfalistici del ministro la politica si divide. «Sono sgomenta - è il commento di Mariangela Bastico, senatrice del Pd ed ex sottosegretario all’Istruzione di Beppe Fioroni - tutte queste bocciature sono un insuccesso per la scuola che ha lo scopo di far apprendere. Invece così si rischia di emarginare i ragazzi più deboli e di favorire la dispersione che è già al 20%. Casi come quello della Finlandia dimostrano che ci possono essere alti livelli di apprendimento con un basso tasso di bocciati». Anche per questo il Pd sta pensando, annuncia Bastico, «di invitare il ministro nelle commissioni parlamentari per spiegare cosa intende fare, ora, viste le tante bocciature, per arginare la dispersione». Anche l’ex sottosegretario del ministro Letizia Moratti, Valentina Aprea (Pdl), presidente della commissione Cultura della Camera, si preoccupa per un possibile incremento dei «dispersi». Bisogna, dice, «aprire una fase di riflessione per capire come migliorare la preparazione sia degli studenti che dei docenti. Il vero problema è che oggi abbiamo percorsi di studio lunghi e dispersivi, con troppe materie su cui i ragazzi vengono valutati». Comunque il ritorno alla scuola del rigore è «condivisibile» per Aprea. Per Francesco Scrima, segretario della Cisl Scuola, le bocciature non segnano, invece, la fine della scuola «buonista», ma «la difficoltà a far crescere la buona scuola, quella di tutti e di ciascuno».