Messaggero: Precari in piazza, cresce la protesta
Lavavetri a Roma, fantasmi a Milano, in mutande a Palermo per il “no Gelmini day”
ROMA - Per i precari questo è un week end di protesta e manifestazioni: ieri in corteo a Milano e sul tetto del Provveditorato a Roma (da dove si sono poi trasferiti al piano terra), in mutande a Palermo. Nella Capitale prosegue l’occupazione dell’Ufficio scolastico provinciale di Roma in via Pianciani iniziata venerdì da un gruppo di lavoratori precari della scuola (fra i quali insegnanti che pure hanno frequentato le Ssis). Come ha spiegato il portavoce nazionale dei Cobas della scuola, Piero Bernocchi «l’occupazione è stata decisa contro i drammatici tagli nell’istruzione pubblica che lasciano senza lavoro, dopo anni o decenni di supersfruttamento, decine di migliaia di precari della scuola, docenti e Ata, e immiseriscono ancor più una scuola pubblica già dissanguata da una continua riduzione di investimenti e impegni da parte dello Stato».L’Unione degli Studenti concorda con l’occupazione del provveditorato di via Pianciani e domani sarà in piazza con i precari «per ribadire ulteriormente la contrarietà ai provvedimenti adottati dal governo Berlusconi in materia scolastica». «Ieri - si legge in una nota dell’Uds - i lavoratori precari del mondo della conoscenza hanno occupato il piano terra del Provveditorato. Sono 18.000 i lavoratori della scuola della regione Lazio che quest’anno non avranno il mandato rinnovato». E a Roma per protesta i lavoratori della scuola si sono messi a fare anche i lavavetri.
In mutande e costumi da bagno i precari ieri hanno gridato la propria rabbia davanti all’Ufficio scolastico provinciale di Palermo, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla loro situazione di lavoratori della scuola «rimasti in mutande» e che non «possono neanche andare al mare per una breve vacanza». Il coordinamento palermitano della protesta chiede: il ritiro dei tagli della scuola pubblica; la stabilizzazione di tutti i precari della scuola; la risoluzione della vertenza del personale Ata e rifiuta categoricamente i cosiddetti “contratti di disponibilità”. I sindacati provinciali della scuola Flc-Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno indetto per il 14 settembre una manifestazione a Palermo e hanno deciso di sospendere per il momento l’occupazione dell’Ufficio scolastico.
La manifestazione di insegnanti e personale Ata di Palermo è soltanto una delle decine che si sono svolte in tutta Italia, in quello che è stato definito il «no Gelmini day». A Milano si è svolto un corteo a cui hanno partecipato circa trecento persone precari con sit-in davanti alla prefettura, a Perugia è stata organizzata una «colazione precaria», a Catania i prof hanno sfilato con una cassa da morto per simboleggiare la morte della scuola pubblica. «Questa strada - ha sottolineato Giovanni Nastasi, del coordinamento precari di Catania - è piena di persone che l’anno scorso avevano un posto di lavoro, una cattedra. Oggi siamo tutti a spasso: 1.500 tagli nella sola provincia di Catania non sono numeri, ma persone come me e i miei colleghi, persone che hanno una vita, una storia e sentimenti».