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Messaggero-Pronto il decreto della Moratti: "Per tutti almeno dodici anni di istruzione e formazione"

Oggi incontro con i sindacati. Introdotto il principio di "diritto-dovere". L'opposizione: "Si torna alla scuola classista degli Anni '50" "L'obbligo scolastico? Anche in azienda" Pro...

18/05/2004
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Il Messaggero

Oggi incontro con i sindacati. Introdotto il principio di "diritto-dovere". L'opposizione: "Si torna alla scuola classista degli Anni '50"
"L'obbligo scolastico? Anche in azienda"
Pronto il decreto della Moratti: "Per tutti almeno dodici anni di istruzione e formazione"
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Il concetto di "obbligo scolastico" è superato. Si introduce quello di "diritto-dovere". E non si parla più soltanto di istruzione, ossia di scuola, tra i banchi, ma di istruzione, formazione professionale e apprendistato, messi sullo stesso piano. Riconoscendo ai corsi di avviamento al lavoro la stessa dignità del liceo, in un sistema unico che prevede aree comunicanti, con la possibilità, in teoria, di passare da un settore all'altro. Tutto ciò è contenuto nel decreto legislativo di attuazione della riforma, già redatto, che sta per essere presentato in Consiglio dei ministri. Passerà poi alle Commissioni di Camera e Senato. In 10 articoli il decreto tocca uno dei temi più caldi della riforma ed ha implicazioni politiche e sociali di grande rilevanza. Dalle scelte di istruzione e/o formazione professionale, infatti, dipende il livello di cultura e di preparazione dei cittadini italiani e la loro capacità di inserirsi nel mondo del lavoro.
Ma vediamo nel dettaglio. L'art.1, comma 1, parte dal principio di promuovere "l'apprendimento in tutto l'arco della vita, assicurando a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppo". Al comma 3, inoltre, afferma che la "Repubblica assicura a tutti il diritto all'istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età". L'art. 2, invece, precisa che "il diritto-dovere ha inizio con l'iscrizione alla prima classe della primaria". Uguale per tutti, dunque, la frequenza al primo ciclo (composto da elementari e medie). Poi, i giovani che hanno raggiunto la terza media hanno due possibilità. Lo prevede l'art. 2, comma 3: iscrizione "ad un istituto del sistema dei licei o del sistema di istruzione e di formazione professionale, fino al conseguimento del diploma liceale, o di un titolo, o di una qualifica professionale di durata almeno triennale, entro il diciottesimo anno di età". All'art. 8 si precisa che saranno gratuite l'iscrizione e la frequenza ai primi due anni delle superiori o dei corsi di formazione.
Intanto, oggi è previsto un incontro tra il ministro e i sindacati. Sulla "scomparsa del concetto di obbligo" si scatenano le reazioni negative dei partiti di opposizione e dei sindacati: "La Moratti torna indietro all'impianto ideologico gentiliano, antecedente alla riforma del '63. Viene riproposta la rigida separazione tra un sistema "alto" di istruzione, quello dei licei, e un sistema "basso", della formazione professionale". L'accusa più dura riguarda la durata degli studi: "Di fatto l'obbligo viene annullato e si torna alla scelta precoce, a 13 anni, della scuola classista con due canali: istruzione e corsi di avviamento al lavoro". Viale Trastevere ribatte che si tratta di "interpretazioni dettate da una visione ideologica dei problemi". Riaffermati i principi della Moratti: "Il diritto-dovere ha un valore più elevato, si inserisce in una legge studiata per ridurre i tassi di abbandono". Tesi che non convince nè i sindacati, nè le opposizioni.