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Messaggero-Scuola, è già tempo di scioperi

Scuola, è già tempo di scioperi I sindacati preparano una protesta su riforma, contratto e blocco delle assunzioni di ANNA MARIA SERSALE ROMA - La scuola è un vulcano pronto a esplodere. La p...

09/08/2002
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Il Messaggero

Scuola, è già tempo di scioperi
I sindacati preparano una protesta su riforma, contratto e blocco delle assunzioni
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - La scuola è un vulcano pronto a esplodere. La più grande azienda-Italia, con un milione e 300 mila dipendenti, compresi gli amministrativi e gli ausiliari, si prepara a riaprire i battenti il primo settembre in un clima di tensione dopo un'estate che non ha risparmiato colpi di scena. I sindacati chiedono una verifica al ministro Moratti sui problemi più scottanti. "Subito un incontro per aprire le trattative o sarà sciopero", è l'ultimatum lanciato dai rappresentanti degli insegnanti. La lista delle doleance è sterminata: il blocco delle assunzioni; il rinnovo del contratto di lavoro fermo a Palazzo Vidoni, senza neppure un atto di indirizzo con le linee principali del governo; il rischio di riduzione degli organici; la riforma in Parlamento che procede a passo di lumaca; la sperimentazione sull'anticipo dell'età scolare decisa in pieno agosto; il balletto dei docenti con 80 mila supplenti in cattedra; la scuola al verde e il piano di finanziamenti che ancora è un miraggio. "Su questo - avvertono i sindacati - il ministro Moratti dovrà rispondere".
Il fronte sindacale è compatto. Dalla Cisl ai Cobas sono tutti pronti a dare battaglia. "Sarà una dura stagione di lotte - sostiene Alessandro Ameli, portavoce della Gilda - non siamo più disposti a subire prevaricazioni". Nel mirino c'è la sperimentazione: "Non si capisce l'ostinazione del ministro - prosegue Ameli - a introdurre dei cambiamenti prima che il Parlamento si pronunci. Gli insegnanti si opporranno e sarà un flop. Nessuno vuole il taglio degli organici e la mole di lavoro burocratico in più a costo zero".
Anche per i Verdi, i Diesse e la Margherita quello della riforma è un "fallimento annunciato". Snals e Cgil, invece, si scagliano contro le sperimentazioni che riguardano la possibilità di assolvere l'obbligo scolastico nei centri di formazione professionale, anziché nelle scuole. Lo Snals ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro l'intesa di giugno siglata tra il ministero e la provincia autonoma di Trento, con l'obiettivo di anticipare alcuni contenuti della riforma: l'obbligo scolastico potrebbe essere assolto nella formazione professionale, anziché nella scuola. L'altermativa non è di poco conto, visto che determina i livelli minimi di formazione del cittadino italiano. "Il provvedimento - afferma Carlo Rienzi, docente di Diritto scolastico e portavoce del Codacons - è incostituzionale e illegittimo, anche perché fa riferimento non ad una legge, ma ad un semplice disegno di legge. E' perciò violato l'intero sistema costituzionale. Neanche la forte autonomia della provincia di Trento può scavalcare i principi costituzionali che governano il diritto all'istruzione. Al rispetto delle garanzie non si sfugge neppure quando si parla di sperimentazione".
Per Enrico Panini della Cgil si "torna alle classi differenziate". Il sindacalista si riferisce in particolare agli accordi stipulati con la Lombardia: "Dal primo settembre verrà applicata l'intesa con la quale si cancella il vincolo dell'assolvimento dell'obbligo scolastico nella scuola superiore. Nella Regione di Formigoni si potrà assolvere l'obbligo scolastico frequentando Centri privati di formazione professionale. Così la differenziazione per censo e per esiti scolastici trova la sua prima concreta attuazione, attraverso la costruzione di due canali separati: la scuola e la formazione professionale". Sui tempi e le modalità di avvio della riforma, perplesse anche le associazioni dei genitori.