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Messaggero-Scuola, tagliate 6.600 cattedre. Sindacati in rivolta

La riforma dell'Istruzione/ Il ministero: la diminuzione è in rapporto al calo demografico. La Cgil: "Sforbiciata più ampia di quella presentata in Finanziaria" Scuola, tagliate 6.600 cattedre. ...

24/03/2004
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Il Messaggero

La riforma dell'Istruzione/ Il ministero: la diminuzione è in rapporto al calo demografico. La Cgil: "Sforbiciata più ampia di quella presentata in Finanziaria"
Scuola, tagliate 6.600 cattedre. Sindacati in rivolta
Pronto il piano Moratti per la riduzione degli organici. Oggi l'incontro con i confederali e gli autonomi
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Sembrava che non ci fossero più margini di manovra, sembrava che la scuola avesse dato tutto quello che poteva: gli istituti accorpati, le classi tagliate, le cattedre soppresse. "Fino all'osso", commentavano allora i sindacati. Era il 2003. Poi, è arrivata la Finanziaria 2004. E la scuola è stata chiamata a "fare nuovi sacrifici". Lo scorso dicembre, infatti, il governo ha chiuso la partita sull'istruzione decidendo di "sopprimere" altri 12.500 posti. Vertici, trattative, sindacati mobilitati. Siamo ora alla stretta finale. Il ministro deve predisporre gli organici per il 2004-2005 e incontrerà oggi Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda. La Moratti tirerà fuori dal cassetto la circolare. La bozza è scritta ed è indirizzata ai direttori generali degli Uffici scolastici regionali. Manca solo la data. Sulle cifre, purtroppo, non ci saranno variazioni. La Moratti da una parte è sottoposta alle pressioni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che chiede "risparmi" e "razionalizzazione della spesa", dall'altra ha la riforma che lei stessa ha voluto e che "riduce il tempo scuola" obbligatorio, quindi gli insegnanti. I tre segretari confederali, Panini, Di Menna e Colturani, sparano a zero. Nessuno vuole ingoiare il rospo. "Il ministro ci vuole far credere che sta evitando il peggio - afferma Enrico Panini, Cgil - Ci vuole far credere che ha ridotto i tagli da 12.500 a poco più di 6.500. In realtà, la sforbiciata sarà più ampia di quanto annunciato dalla Finanziaria. Alle cattedre soppresse vanno sommati i posti che si perdono con la riduzione del tempo pieno e del tempo prolungato". Vediamo nel dettaglio il piano del ministero (i dati riportati nelle tabelle sono del Miur).
La materna cresce di 200 unità. Le elementari, che rappresentano un caso a sé, perderanno 2.303 posti, ma ne guadagneranno 2.250 (1.610 per garantire l'anticipo, più 640 per la lingua straniera). Significa che la perdita reale è di 53 posti. Le medie, poi, avranno un calo di 591 posti e le superiori di 2.901. "Non va inoltre dimenticato il taglio di 800 posti per l'handicap - avverte Massimo Di Menna, Uil - Vengono sottratti anche altri 1.300 posti ai vicepresidi e altri 1.000 tra pensionati non rimpiazzati e fuori ruolo. Con una puntualità esasperante, ogni anno si prospetta per la scuola una politica di riduzione. E questo crea instabilità. La proposta della Uil è di affidare ad ogni scuola un organico stabile pluriennale". In totale, dunque, secondo i sindacati il taglio complessivo è di 6.645 posti.
"La situazione è drammatica - sostiene Daniela Colturani, Cisl - I tagli toccano nel vivo il funzionamento della scuola. Il paradosso è che la Moratti afferma di avere attutito il colpo: nella circolare ordina ai dirigenti di calcolare gli organici sulla base dei criteri ante-riforma, se avesse fatto i calcoli tenendo conto del tempo scuola ridotto la perdita sarebbe stata maggiore. Ma in prospettiva i tagli saranno più pesanti".
Alle critiche dei sindacati il ministro ribatte che "le riduzioni dei posti sono state determinate quasi esclusivamente dalla diminuzione del numero degli alunni" e dalla necessità di "ricondurre a 18 ore le cattedre incomplete". Quanto ai posti di sostegno viale Trastevere dice che "negli ultimi anni l'andamento è stato crescente. Fermi restando i criteri indicati dalla legge, molti alunni sono stati certificati come gravi, determinando così delle deroghe".
Ma le giustificazioni del ministero sui tagli degli organici non bastano a disinnescare la protesta. Alle critiche dei sindacati si aggiungono quelle mosse dai precari, che nella scuola sono più di 100mila. Gianfranco Pignatelli, rappresentante del Cip, il Comitato italiano di categoria, attacca duramente il governo: "La manovra per l'ennesima volta ricadrà su di noi, però non vogliamo ridurre il nostro intervento ad una crociata in favore dei precari. I danni provocati dai tagli ricadono anche sugli alunni. Parlano tanto di qualità dell'offerta formativa, ma abbattono la scure senza scrupoli. Si tiene conto del rapporto alunni-docenti in modo burocratico, trattando i ragazzi come se fossero dei "consumatori" di un servizio e non dei ragazzi con esigenze e problemi diversi".