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Messaggero-Scuola, tra consumismo e false illusioni

Scuola, tra consumismo e false illusioni vitale37@tin.it Insegno da 28 anni matematica nelle scuole medie e superiori e sono considerato saggio e preparato. Da anni lotto in prima l...

04/08/2005
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Il Messaggero

Scuola, tra consumismo e false illusioni
vitale37@tin.it
Insegno da 28 anni matematica nelle scuole medie e superiori e sono considerato saggio e preparato. Da anni lotto in prima linea per una scuola migliore, per formare futuri adulti in grado di distinguere tra giusto e sbagliato, tra onestà e disonestà, tra informazione e disinformazione e cerco di farlo attraverso la logica matematica. Negli ultimi anni i giovani studenti sono cambiati proseguendo nel declino culturale che la scuola americana ci ha esportato, il loro interesse è altrove: la televisione con i suoi programmi "immondizia" ha proposto loro linguaggi sgrammaticati e volgari che proiettano verso il danaro facile, il consumismo e le false illusioni. I genitori sono sempre meno presenti alla loro funzione primaria di educatori e spesso poco disposti all'ascolto. Allora la scuola deve fare tutto: ascoltare, insegnare, educare, mostrare autorità e rispetto, ma con quali strumenti? Il voto non fa più paura a nessuno anche grazie all'ex ministro D'Onofrio (del primo governo Berlusconi) che ha abolito gli esami di riparazione, trasformando le carenze in "debiti" che illudono i genitori finendo per allungare poi il percorso universitario. Penso che fra qualche anno importeremo dagli Stati Uniti anche il modello dei "college" dove i più benestanti potranno pagare rette per scuole altamente qualificate in cui al primo posto compare il rispetto delle regole e la "disciplina", due principi rigettati dagli utenti della scuola italiana
Risponde Annamaria Sersale
Il decadimento della scuola è allarmante. E il suo disagio di professore è molto comprensibile. Lei ha ragione nel denunciare i guasti prodotti dalla televisione trash che non fa altro che imbarbarire il linguaggio e appiattire i cervelli. E' anche vero che la nostra scuola ha importato i modelli americani e che, anche per colpa della pubblicità martellante, fin dall'infanzia i bambini imparano a mettere il consumismo ai primi posti nella scala dei valori. Però, non sarei così pessimista. E' vero, i voti non fanno più paura a nessuno, i "debiti formativi" rinviano sine die la verifica e l'istruzione si svuota di significato mentre aumenta l'illusione che tutti possano avere gratis la promozione. Però docenti attenti e preparati, anche quando gli esiti sono deludenti, svolgono una funzione di fondamentale importanza. Il loro lavoro non è inutile e quello che seminano tra i giovani darà dei frutti. I ragazzi hanno bisogno di maestri, che siano testimoni di passioni civili e di cultura, non la cultura dell'utilitarismo e della mercificazione, ma quella della democrazia che si fonda sulla capacità critica che solo la scuola può costruire.