Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Messaggero-Scuole al verde, mancano i soldi anche per le penne

Messaggero-Scuole al verde, mancano i soldi anche per le penne

Scuole al verde, mancano i soldi anche per le penne I presidi: non ce la facciamo. Il ministero: ma la spesa totale per l'istruzione è salita del 13,7% in 5 anni di ANNA MARIA SERSALE...

25/09/2005
Decrease text size Increase text size
Il Messaggero

Scuole al verde, mancano i soldi anche per le penne
I presidi: non ce la facciamo. Il ministero: ma la spesa totale per l'istruzione è salita del 13,7% in 5 anni
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA Scuole al verde. Le casse piangono e perfino l'ordinaria gestione degli istituti è in pericolo. "Le risorse economiche denunciano i dirigenti scolastici alle prese con bilanci che non quadrano - sono state drasticamente ridotte e non ce la facciamo ad andare avanti". Poi aggiungono: "E' un incubo, non riusciamo a garantire cose necessarie, siamo nei guai se si rompe un pc e non abbiamo fondi neppure per le tasse sui rifiuti o le bollette del telefono. Il mio caso non è isolato, la maggioranza dei colleghi è nelle stesse condizioni", racconta una direttrice didattica di Roma, della zona Cassia-Flaminia.". "Dal toner per la fotocopiatrice alla cancelleria, registri, gessi, carta, alle bollette, alla tassa per la rimozione dei rifiuti o ai materiali per i laboratori, fino alle dotazioni librarie è tutto un problema", sostengono i sindacati della scuola. E c'è perfino chi, a causa dei debiti e delle morosità, ha ricevuto le ingiunzioni dall'ufficiale giudiziario che ha pignorato i beni dello Stato. E il capo dei presidi, Giorgio Rembado, denuncia che spesso le scuole vantano dei crediti nei confronti del Tesoro, che poi non vengono mai erogati:" Ecco perché le scuole sono indebitate", dice.
"Le cifre valgono più delle parole. Il fondo per il funzionamento didattico ed amministrativo - spiega Enrico Panini, segretario nazionale della Flc-Cgil - è stato drasticamente ridotto. I conti in rosso si spiegano così: nel 2001 lo stanziamento è stato di 331,480 milioni di euro, nel 2002 di 248,259 milioni di euro, nel 2003 di 187,839 milioni di euro, nel 2004 di 208,159. Ora, per il 2005, è di 185,587 milioni di euro. Quasi un dimezzamento. Anche i fondi per la legge sull'autonomia sono stati tagliati: dai 258.885.889 del 2001 siamo scesi a 196.900.588 del 2005".
Il quadro presentato dal ministero dell'Istruzione, invece, è del tutto diverso: "Non è vero che le risorse non ci siano, le abbiamo aumentate in 5 anni del 13,70%. La spesa complessiva per l'area istruzione nel 2001 è stata di 35.787milioni di euro, nel 2002 di 37.734 milioni, nel 2003 di 39.736 milioni, nel 2004 di 40.464 milioni e per l'anno in corso di 40.690 milioni di euro. Dunque, non è vero che ci siano stati dei tagli".
Ma il sindacato insiste: "E' eclatante il caso della Tarsu continua Panini della Flc-Cgil - A partire dall'anno 2002 il Miur, in base all'accordo in sede di Conferenza unificata Stato-Città e Autonomie locali si era impegnato ad erogare 38.734.267 euro. Invece, lo stanziamento è sceso in picchiata: se nel 2002 erano 34,438 i milioni di euro stanziati, una cifra comunque lontana dal colmare le somme arretrate, nel 2003 le risorse erano ridotte al lumicino, solo 5,843 milioni di euro, nel 2.004 poi siamo saliti a 12 milioni di euro, sempre al di sotto del fabbisogno. Nel 2005 siamo a 29 milioni di euro, che però non basteranno a pagare i debiti che le scuole hanno accumulato nel frattempo sul capitolo rifiuti. Le ultime tre finanziarie hanno abbassato del 23% i fondi della didattica. La prossima? Non promette nulla di buono, già si parla di un taglio agli organici del 3%. La verità è che le scuole si sono impoverite e si sono impoveriti anche gli enti locali, che pure hanno visto ridursi i loro stanziamenti".
Che cosa accade con le casse al verde? La prima conseguenza è la stangata sulle famiglie, chiamate a versare contributi "volontari" sempre più robusti. "Se prima questi contributi spiegano Flc-Cgil, Cisl e Uil erano destinati a rendere più ricca l'offerta formativa, ora vengono utilizzati anche per tappare i "buchi". Un esempio? La carta igienica si acquista così". Dino Di Palma, presidente della Provincia di Napoli, neppure due settimane fa ha lanciato l'allarme: "Non abbiamo i soldi per gestire oltre 300 istituti". E il Comune di Roma non più di dieci giorni fa ha detto basta, stanco di pagare le migliaia di telegrammi che le scuole inviano ai precari per informarli delle offerte di supplenza. Del resto non si tratta di spiccioli. Visto l'alto numero di persone da consultare l'ultima bolletta ammontava a 454.622,22 euro. E il Campidoglio ha detto: "Le comunicazioni ai supplenti non sono oneri a mio carico". Anche altre amministrazioni locali stanno seguendo la stessa strada. E c'è un braccio di ferro: "Telefono, fax e telegrammi non ci competono. Lo Stato ora vuole scaricarli su di noi". Morale: "La scuola pubblica statale è in grave difficoltà", sostengono Francesco Scrima, segretario Cisl e Massimo Di Menna, segretario Uil. E concludono dicendo che "neppure i compensi ai commissari di maturità sono stati regolarmente pagati".