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Messaggero: «Sono ricercatrice e insegno alla Sapienza, ma ora non mi danno più lo stipendio»

Con la legge 382, negli anni passati, è stato stabilito che anche i ricercatori possono fare didattica, ma non c’è un obbligo. Anche per questo gli anni scorsi venivamo pagati. All’inizio era un buon pagamento che poi è diminuito fino allo zero

20/10/2009
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Il Messaggero

ROMA - Alessandra Ciattini insegna Antropologia religiosa alla Sapienza, facoltà di Scienze umanistiche, da diversi anni. Fino al 2008 era sempre stata pagata, da quest’anno lavora gratis perché non ci sono più i soldi nel budget della sua facoltà. E questo vale per lei come per gli altri ricercatori che tengono un corso. Perciò dovrà fare gli esami ai suoi studenti, curare le tesi e tutto il resto senza percepire un euro in più rispetto al suo normale stipendio da ricercatrice.
E’ giusto così? Il suo contratto o le norme prevedono che debba insegnare senza essere pagata?
«Fino al 2008 percepivo dei soldi in più per tenere il mio corso, dunque non c’è nessun obbligo a lavorare gratis. Solo che sono finiti i soldi. Io avrò sempre il mio stipendio da ricercatrice, ma la parte dell’insegnamento, che è tutta in più rispetto ai miei compiti, non mi sarà retribuita anche se la mia materia fa parte di quelle discipline presenti in tutti i corsi della facoltà dove lavoro. Peraltro io sono anche presidente di commissione d’esame e relatore di laurea. In pratica faccio quello che fanno altri docenti di ruolo».
Da quanti anni tiene un corso alla Sapienza?
«Io sono ricercatrice dall’81. Da quindici anni tengo anche un corso, insegno svolgendo le stesse mansioni di un normale docente. Non sono riuscita a vincere un concorso e quindi non sono diventata professore a tutti gli effetti, ma di fatto svolgo anche questo ruolo pur restando ricercatrice. Con la legge 382, negli anni passati, è stato stabilito che anche i ricercatori possono fare didattica, ma non c’è un obbligo. Anche per questo gli anni scorsi venivamo pagati. All’inizio era un buon pagamento che poi è diminuito fino allo zero. Ma l’università va avanti con queste situazioni ormai da anni, basta pensare che i cultori della materia, che sono gli esperti di un tema, spesso ci aiutano a fare gli esami. Ovviamente gratis anche loro e a volte sono persino relatori di tesi».
A.M.