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Messaggero: Tra maturità e test universitari sarà un’estate a suon di “x”

Ora la terza prova, ma i libri restano ancora aperti

29/06/2009
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Il Messaggero

Domande a trattazione sintetica, quiz a risposta multipla, quesiti a risposta singola, mix che riuniscono tutte le precedenti tipologie. La multiforme terza prova della maturità approda oggi sui banchi degli studenti (oltre 470mila) alle prese con gli esami. A Roma e nelle città dove si festeggia il Santo Patrono se ne riparla domani. Ma, un po' per tutti gli esaminandi, ormai, l'Esame di Stato è in via di archiviazione: fatto il terzo scritto, resta solo l'orale.
Tutto finito, dunque, dopo si chiudono i libri? Neanche per sogno. Per chi vuole proseguire gli studi e andare all'università si prospetta un'estate da passare a testa bassa sui testi per prepararsi ai quiz di accesso alle facoltà a numero chiuso che, ormai, sono la maggioranza, anche se per legge solo alcune sono obbligate a selezionare gli iscritti (Architettura, Medicina, Veterinaria, Odontoiatria, Scienze della formazione primaria, Professioni sanitarie).
Insomma, con il “quizzone” di oggi, si apre per gli studenti dell'ultimo anno delle superiori la stagione dei test che riguarderà la stragrande maggioranza dei maturandi. Secondo gli ultimi dati del ministero dell'Istruzione oltre il 72% dei ragazzi, dopo il liceo, prosegue gli studi (il 78,9% delle femmine, contro il 66% dei maschi). Quasi tutti i diplomati dei licei si segnano ad un corso universitario, mentre solo il 27,6% di quelli degli istituti professionali fa questa scelta che si traduce, nella maggior parte dei casi, in un'estate di studio. Perché il voto di maturità, per buono che sia, ad oggi, non viene preso in considerazione per l'accesso all'università.
Sono poche le facoltà che ne tengono conto e solo dall'anno scolastico 2010/2011 gli studenti più eccellenti potranno ufficialmente portarsi in dote dalle superiori 10 punti da spendere al momento del test. Il mancato raccordo tra mondo universitario e scolastico fa anche di questi scherzi. Gli atenei non si fidano dei giudizi delle scuole e, piuttosto che studiare sistemi per utilizzare pagelle e voti degli esami per scegliere i migliori si affidano ai test. Così chi vuole andare all'università si rimette a studiare. La concorrenza, del resto, è spietata. A Medicina vengono banditi circa 8mila posti in tutta Italia (l'anno scorso furono 7.945), i candidati sono dieci volte tanti. La preparazione ai test d'accesso può essere un salasso: c'è da pagare la tassa di iscrizione al quiz (circa 50 euro), ci sono da comprare i libri con la raccolta delle prove degli scorsi anni (dai 15 euro in su). Qualcuno partecipa a corsi ad hoc e full immersion a pagamento: a Roma, per una preparazione di 70 ore per il compito di Medicina ci vogliono fino a 1.700 euro. Alcune università vengono incontro agli studenti mettendo a disposizione aule e docenti per una preparazione di qualità e gratuita. Ma i posti sono contingentati: per chi resta fuori non restano che i privati.
Le polemiche sul business dei test si trascinano da tempo: il mancato riconoscimento diretto, da parte delle università, del percorso scolastico alimenta il mercato di chi organizza la preparazione a pagamento. Gli stessi quiz vengono accusati di essere una mera fonte di guadagno per gli atenei: spesso le facoltà propongono prove che sono solo di 'autovalutazione', sono obbligatorie per iscriversi ma il risultato non è vincolante.
Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha lanciato un'idea: rendere la maturità più “europea” con una prova standardizzata affidata all'Istituto nazionale di valutazione (Invalsi) per avere giudizi più “oggettivi” sui ragazzi. Il passo successivo dovrebbe essere quello di costringere gli atenei a tenerne conto, di obbligare il mondo della scuola e quello dell'accademia a raccordarsi di più. La novità del test Invalsi potrebbe arrivare nel 2011. Intanto va in scena la maturità vecchio stampo, con la terza prova affidata alle commissioni. Lo scritto verte su più materie (al massimo cinque) e può contenere domande a trattazione sintetica (con risposte di 10-20 righe), quesiti a risposta singola (da 10 a 15) o multipla (da 30 a 40), di problemi scientifici a soluzione rapida (non più di 2), di casi pratici e professionali (anche questi non più di 2). Il terzo scritto è il più temuto dai ragazzi perché non v'è certezza nemmeno sulla combinazione di materie che sarà scelta dalle commissioni. I commissari esterni, quest'anno sono 42mila e hanno in affidamento materie di indirizzo. È alla loro bontà che si affidano i maturandi alle prese con l'ultimo scritto.