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Messaggero: Tre in un solo banco, meno palestra e niente ore di lingue

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14/09/2010
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Il Messaggero

ROMA - Primo giorno di scuola senza banchi, palestre, scale antincendio, materiale per i laboratori. Gli studenti che hanno rimesso piede ieri nelle aule hanno trovato sì nuovi programmi, indirizzi e quadri orari, ma si sono dovuti confrontare anche con i primi disagi. Dai prof che mancano ancora in cattedra, ai banchi che non bastano, tanto che in alcune classi qualcuno ha dovuto dividere la ‘postazione’ non con uno ma con ben due compagni. Si radunano sotto il ministero dell’Istruzione a viale Trastevere. «Nelle prime - racconta Martina, 16 anni, studentessa di una delle tre sedi del liceo Machiavelli di Roma - si sono dovuti sedere in tre in un banco. In certe classi non c’erano nemmeno abbastanza sedie. Per non parlare del fatto che noi, nella mia sede, entriamo e usciamo dalla scala antincendio in barba alla sicurezza. L’ascensore esterno a cui lavorano da tempo non è ancora pronto». E la palestra? «E’ sparita, ci hanno eretto un muro nel mezzo per fare due classi, niente ginnastica, almeno per ora, poi si vedrà. Forse faranno una convenzione con qualche struttura vicina».

I ragazzi del professionale De Amicis, sempre a Roma, hanno già capito che le attività di laboratorio si faranno, ma con qualche difficoltà. «Io frequento l’odontotecnico - racconta Luca, 15 anni, uno scricciolo che sogna di lavorare in uno studio dentistico - ma mancano sempre gesso, ceramica e i metalli per le otturazioni. Sono materiali costosi e, di solito, non ce n’è abbastanza». Il taglio delle ore previsto dal ministro? «Bocciato - commenta amareggiato Luca - perché così mi fanno fare meno scienze e imparo meno». Anche Carlotta e Chichi, amiche per la pelle della IV B dell’istituto capitolino Colombo, non ci stanno: il taglio dell’orario «non va». Loro studiano per lavorare nel turismo in una scuola professionalizzante. «Ma ci hanno ridotto le lingue, abbiamo due ore in meno per tutte quelle che studiamo, ma si può, che senso ha? E al primo anno gli studenti avranno solo un’ora di storia dell’arte». Altra grana, i fondi: «Senza - commentano le due compagne-amiche - si può fare davvero poco, soprattutto per quanto riguarda esperienze all’estero e stage. Per fortuna la nostra scuola riesce a trovare appoggi esterni e a garantirci comunque dei progetti». Anche al Colombo ieri i prof andavano a caccia di banchi. «Tutte le nuove classi sono di 30 persone- racconta Silvia, della III E- sono venuti anche da noi per chiedere sedie e banchi». Sovraffollamenti anche in un altro liceo della Capitale, l’Orazio con classi fino a 31 persone, segnalano i ragazzi. Nella succursale del liceo Vailati di Genzano, invece, mancano computer e materiali di laboratorio, al Joyce di Ariccia il problema sono i bagni: ce ne sono due per tutto l’istituto. Dunque edilizia, logistica e riforme bocciate, ma cosa promuovono gli studenti della scuola? A sorpresa a salvarsi sono i prof. «Perché anche se alcuni di loro ormai sono disincantati- dicono i ragazzi- e a volte anche molto frustrati c’è sempre il docente che ti segna per tutta la vita». E poi «nonostante le tante difficoltà molti insegnanti stanno lì, pronti a tenderci la mano».

A.Mig.