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Messaggero: Una coperta sempre corta e i docenti da riqualificare

Delle nuove strategie di governo della scuola che cosa ne dice Benedetto Vertecchi, uno dei “padri” della pedagogia italiana?

17/08/2006
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Il Messaggero

di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Fa bene Fioroni, con le scuole aperte di pomeriggio, ad adottare misure contro la dispersione scolastica. Troppi gli alunni che lasciano i banchi precocemente, pochi i giovani in possesso di un diploma. Sa bene, il ministro, che, se vuole guadagnare terreno e portare la scuola italiana verso gli obiettivi europei, deve iniziare dalla lotta alla dispersione. C’è un dato che fa impallidire: quasi un quarto (il 22,3%) della popolazione tra i 18 e i 24 anni ha solo la terza media, titolo del tutto insufficiente per affrontare le sfide del Terzo Millennio. Nella classifica dei “25” dell’Europa “allargata” dopo di noi ci sono soltanto Malta, Spagna e Portogallo. Tutti gli altri ci superano. Un problema di investimenti? La nostra spesa (4,75% del Pil) è comunque inferiore alla media Ue, mentre si avvicina il traguardo del 2010, anno in cui l’Europa dovrebbe realizzare un sogno ambizioso: «Sistemi economici basati sulla conoscenza, con una crescita economica sostenibile, con nuovi posti di lavoro e una maggiore coesione sociale».
Quando è arrivata la legge sull’autonomia, varata nel ’97, già si parlava da anni di orari flessibili e apertura pomeridiana. Chi aveva la possibilità apriva, chi non l’aveva no. Di scuole disponibili in orario extrascolastico ora ce ne sono tante. Fanno corsi di chitarra, recitazione, ceramica, ma anche latino o lingue moderne aggiuntive, mettono a disposizione palestra e aula magna, sia per gli alunni, che per gli esterni, genitori compresi. E fanno, cosa importantissima, anche corsi di recupero per gli studenti più deboli.
La coperta, però, è sempre corta. Se Fioroni ha trovato i soldi per estendere l’apertura pomeridiana le scuole non potranno che rallegrarsene. Anche il progetto di dare agli insegnanti delle alternative alla cattedra (con il ministero dei Beni culturali) potrebbe avere sviluppi interessanti. Chi è riuscito ad “emigrare” in passato lo ha fatto solo dopo avere superato mille ostacoli burocratici.
Delle nuove strategie di governo della scuola che cosa ne dice Benedetto Vertecchi, uno dei “padri” della pedagogia italiana? «I progetti di Fioroni sono condivisibili - dichiara Vertecchi - Ma c’è una cosa fondamentale che sfugge al mondo della politica: gli interventi per la scuola non dovrebbero essere frutto delle intuizioni o dei suggerimenti dei singoli esperti, ma del lavoro di una “struttura nazionale di ricerca educativa”, capace di dare linee scientificamente valide. Quanto alle scuole aperte dico che potrebbero garantire maggiore equità sociale se all’incremento delle risorse economiche si affiancherà una forte attività di riqualificazione del personale, ripensando anche i profili. Un buon insegnante fa una buona scuola, tante attrezzature, anche ottime, no».