Messaggero-Una visita con la forza del messaggio
Marco Rossi Doria Il presidente Ciampi va a Scampia, simbolo dell'intreccio tra esplosione criminale e crisi sociale ma anche luogo della sfida tesa al riscatto, alla ripresa della legalità e delle...
Marco Rossi Doria
Il presidente Ciampi va a Scampia, simbolo dell'intreccio tra esplosione criminale e crisi sociale ma anche luogo della sfida tesa al riscatto, alla ripresa della legalità e delle politiche per i più deboli. È tornato presto il Presidente, come aveva promesso, dopo la presenza che ha saputo regalare alla nostra città solo qualche settimana fa. Viene naturale leggere l'arrivo di Ciampi nei momenti e nei luoghi più segnati dalla crisi della nostra città anche alla luce del messaggio di Capodanno con cui ha voluto sottolineare due temi per noi cruciali. A Capodanno il Presidente ha invitato i giovani a seguire le proprie inclinazioni con lo studio e l'impegno civile, e ha richiamato il posto del Mezzogiorno nella potenziale ripresa dell'Italia. Certo, quando il Presidente parla ai cittadini lo fa per ricordare le grandi ispirazioni della Costituzione: l'unità nazionale e la solidarietà sociale. Ma questo nostro Presidente parla anche da uomo di grande cultura economica e di capacità di lettura della società. Il suo spronarci a reagire parte anche dall'analisi attenta dei dati: egli sa che il Mezzogiorno ha risorse umane disponibili al riscatto anche perché, rispetto alla media nazionale di 13% dei giovani sul totale della popolazione, noi abbiamo una popolazione meno vecchia, con il 23% di giovani. Sa e ha ripetuto che ci vogliono politiche pubbliche forti, coniugate alle risorse private per fare entrare in campo questa società più giovane. Ma a leggere bene i discorsi di Ciampi, si vede come egli indichi in scuola e formazione la via principale per la lotta contro l'esclusione sociale precoce che genera o rafforza la la criminalità, tanto che quasi nessuno tra i giovani condannati per fatti di camorra ha un'istruzione superiore
E ci ripete, infatti, che oggi più di ieri ogni giovane deve poter avere le competenze minime necessarie per ambire a un lavoro dignitoso, alla mobilità sociale, all'esercizio della partecipazione indispensabile alla coesione sociale, all'accesso alla comunicazione e all'informazione. Ciampi ci sta dicendo che meno si sa e meno si può decidere. E che meno si sa e più si è poveri, nel senso proprio del termine. Tanto che, se s'incrociano i dati sulle mancate competenze alfabetiche minime con i dati sulla povertà, si scoprono impressionanti corrispondenze: il numero di poveri, adulti e ragazzi, tende ad aumentare lì dove vi sono maggiori abbandoni precoci di scuola, più bocciature nella scuola media inferiore e nel biennio delle superiori, un maggior numero medio di assenze annue, un tasso alto di disattesa formativa nelle scuole professionali e nei centri e corsi professionali, un minor numero di occasioni formative nelle imprese, offerta meno ampia e meno flessibile da parte dei centri permanenti per l'educazione degli adulti. Questo coincide con i luoghi dove si concentrano i cittadini in situazione di povertà. E non si tratta di un fenomeno marginale o residuale. I poveri non sono pochi in Italia: sono oltre sette milioni, il 12,4% degli italiani. Ma se si disaggrega il dato percentuale si scopre che i poveri sono il doppio nel Sud rispetto al Nord, 23,6%, una persona su 4. Non solo: la percentuale dei poveri bambini e ragazzi è maggiore della percentuale nazionale di povertà. Così quando il Presidente viene a trovarci e si reca a Scampia, uno dei luoghi di maggiore disattesa scolastica d'Italia, quando difende la funzione di promozione sociale della scuola pubblica, quando parla di giovani da sostenere nella loro stessa determinazione, non difende solo i valori costituzionali. Ciampi fa un solo grande discorso nazionale teso a superare la povertà. Il fatto che lo faccia anche guardando al mondo, alle sue tragedie presenti, colloca giustamente il nostro problema qui e oggi sulla scena globale. Marco Rossi Doria