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No alle fusioni a Catanzaro e Ancona. Il ministero non si arrende: «Avanti con la lotta agli sprechi»

19/06/2009
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Il Messaggero

di VALENTINA ARCOVIO

ROMA - La lotta agli sprechi nelle università subisce una parziale battuta d’arresto. Lo stop è stato deciso dai tribunali amministrativi che negli ultimi giorni hanno ripetutamente bocciato il decreto che prevede l’accorpamento federativo di alcune scuole di specializzazione medica.
Ieri la terza sezione del Tar del Lazio ha deciso di sospendere l’accorpamento delle scuole di specializzazione dell’Università Magna Grecia di Catanzaro e dell’Università Politecnica delle Marche. Nei giorni scorsi altre sentenze analoghe hanno bloccato lo stesso provvedimento a favore di altri atenei.
«Valuteremo queste sospensioni – dice il ministero dell’Istruzione, dell’Universita e della Ricerca – ma andremo avanti con la lotta agli sprechi e con la valorizzazione del merito».
L’obiettivo del ministero è quello di razionalizzare, istituendo un’unica scuola, in ogni ateneo, per ciascuna specializzazione. Per il momento, però, le 16 scuole di specializzazione dell’ateneo calabrese non saranno federate con l’Università Federico II di Napoli e con l’ateneo di Bari e le 14 scuole dell’ateneo marchigiano non saranno accorpate con quelle di Bologna, Parma, Bari e Modena come invece voleva il ministro Gelmini. Il Tar ha infatti riconosciuto legittimi i tre punti principali a sostegno del ricorso.
«Il primo – spiega l’avvocato Alfredo Guarnieri, che insieme a Giuseppe Iannello ha predisposto il ricorso amministrativo per l’Università di Catanzaro – è che il decreto ministeriale mina l’autonomia dell’Università con l’imposizione di una federazione con determinati atenei, negando la possibilità di trattare l’accorpamento con altre strutture. In secondo luogo, il ministero ha stabilito delle immotivate eccezioni nella decisione di accorpamento risparmiando altri atenei. Infine, è stato impedito all’ateneo di reperire fondi da altre istituzioni, pubbliche o private, per via degli stretti margini di tempo imposti dal ministero».
Felice della sospensione del Tar anche il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero.
«La Regione - dichiara - era direttamente interessata nel ricorso per evitare che si commettesse una violenza inaudita contro l’Università e i giovani medici calabresi. La battaglia non è ancora finita ma la Regione starà a fianco dell'Università per ridare ai giovani calabresi il diritto di formarsi studiando nella propria terra».
Non è però la prima volta che il Tar si esprime a favore degli atenei che non accettano l’accorpamento delle scuole. Soltanto qualche giorno fa il Tar della Puglia ha bloccato l’accorpamento di 18 scuole di specializzazione dell’Università di Foggia e di nuovo il Tar del Lazio ha sospeso la federazione delle scuole di specializzazione in Chirurgia Plastica di Palermo dirette da Francesco Moschella.
«Il tribunale amministrativo – dice l’avvocato Mario Rocco, che ha predisposto il ricorso per conto di Moschella – ha dichiarato illegittimo il provvedimento ministeriale. In effetti, non è giusto che uno specializzando debba sobbarcarsi le spese di questo accorpamento spostandosi da un’università all’altra per seguire la scuola».
Eppure le sospensioni del Tar potrebbero trasformarsi in un boomerang per gli specializzandi.
«Siamo preoccupati – dice Walter Mazzucco, presidente nazionale del Segretariato Italiano Medici Specializzandi – che queste sospensioni creino ulteriori ritardi e disservizi a scapito degli aspiranti specializzandi che hanno aspettato ben otto mesi per partecipare al concorso per l’accesso alle scuole di specializzazione».