Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Messaggero-Urbino-Il Rettore boccia il ministro Moratti

Messaggero-Urbino-Il Rettore boccia il ministro Moratti

Il Rettore boccia il ministro Moratti "No alla legge speciale per l'Università, sarebbe un sussidio di momentanea sopravvivenza" di MAURO BERNARDINI URBINO - Il Rettore n...

30/05/2005
Decrease text size Increase text size
Il Messaggero

Il Rettore boccia il ministro Moratti
"No alla legge speciale per l'Università, sarebbe un sussidio di momentanea sopravvivenza"
di MAURO BERNARDINI

URBINO - Il Rettore non ci sta. Tuona contro il Ministro Moratti perché la proposta di legge speciale, quale soluzione per far fronte alla crisi finanziaria che attanaglia l'Università di Urbino "Carlo Bo", è ora inutile. Ritiene l'offerta "un sussidio di momentanea sopravvivenza" che condannerebbe l'Ateneo urbinate a ridimensionarsi a tal punto da rendere sufficienti le risorse di cui disponeva nel 1991. "E c'è chi festeggia!", ironizza il rettore in un suo documento. "Nulla meglio delle dichiarazioni rese in televisione l'altra sera dal ministro Moratti scrive Bogliolo - può spiegare perché l'Università, dopo averla lungamente e inutilmente perseguita quando poteva essere utile e risolutiva, abbia abbandonato la strada della legge speciale e puntato sulla statalizzazione: perché e l'ha detto il vice ministro Possa il 6 aprile in Parlamento - servirebbe solo a "tamponare" o "mitigare" una situazione che va affrontata e risolta una volta per tutte e perché e l'ha rivelato lo stesso Ministro l'altra sera adesso comporta ridimensionamenti, tagli e penalizzanti adeguamenti a una non chiara strategia territoriale". "Qualche inesattezza e almeno due gravi omissioni", rileva Bogliolo nelle dichiarazioni televisive del Ministro. Le inesattezze: "Il problema di cassa c'è, impellente e grave afferma - tant'è vero che per farvi fronte nell'immediato ho ottenuto ieri che il Ministero ci anticipi il versamento del suo insufficiente ma prezioso contributo; non è "la città" a preferire la "libera università", ma una parte di essa: la città è realista, vuole un'Università che mantenga il prestigio e la competitività del passato e si riconosce nella posizione di un'Amministrazione che rappresenta il 70/% dei cittadini)". Le omissioni: "La richiesta di statalizzazione da parte dell'Università e l'impegno assunto in tal senso dal Governo". Il professor Bogliolo rende noto, poi, che alla luce di informazioni molto più precise e di garanzie molto più tranquillizzanti da lui stesso ricevute venerdì dal Capo di Gabinetto e dal Direttore generale, il consiglio di amministrazione dell'Università ha votato venerdì pomeriggio un ordine del giorno in cui "si aspetta la convocazione da parte del Ministero entro la prima metà di giugno 2005; ribadisce la necessità di una soluzione strutturale per l'Università di Urbino identificata nella statalizzazione dell'Ateneo; ribadisce inoltre la disponibilità a collaborare con il MIUR, nel pieno rispetto dell'autonomia dell'Ateneo, in un progetto che permetta all'Università di Urbino di disporre di una congrua quantità di risorse finanziarie così da assicurare non solo il mantenimento dei livelli qualitativi dei servizi resi, ma anche il conseguimento di un ragionevole sviluppo, così come votato unanimemente dal Parlamento italiano e come sollecitato unanimemente dalla Conferenza dei Rettori nell'assemblea del 19 maggio 2005".