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Milano, la svolta della Bocconi “Studi gratis per i nuovi poveri”

Il rettore Sironi: “L’ateneo apre anche ai figli degli immigrati”

26/09/2013
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la Repubblica

MILANO — Andrea Sironi è rettore della Bocconi di Milano, ateneo ai primi posti nei ranking internazionali delle università economiche. Nel suo secondo anno di guida ha deciso di lanciare l’iniziativa “Una scelta possibile”. Di cosa si tratta? «L’idea è quella di andare nelle scuole di periferia a cercare ragazzi di famiglie con situazioni economiche e sociali difficili, immigrate ma non solo. Famiglie che non si sognerebbero neanche lontanamente di poter mandare i propri figli alla Bocconi, anche se hanno del potenziale ». E come li aiuterete? «Pagando tutto: retta, alloggio, mensa e una borsa di studio per acquistare libri, computer e quant’altro. Si parla di 70mila euro in tre anni per ciascuno, circa 23-24mila euro all’anno». Quali sono i criteri per scegliere questi studenti? «Innanzitutto la loro situazione economica di provenienza, in base all’Isee. In secondo luogo che ci sia in loro del potenziale: non devono per forza essere studenti eccezionali, ma devono superare una soglia per dimostrare di poter fare gli studi qui da noi. Cerchiamo giovani svegli e determinati». Quanti ne avete selezionati? «Per quest’anno accademico i numeri sono bassi e gli studenti individuati sono soltanto tre. Ma si tratta di una sperimentazione che vogliamo ampliare per arrivare a numeri molto più grandi nei prossimi anni». Perché lo fate? «Il messaggio che voglio lanciare è che la Bocconi non è l’università dei ricchi. O almeno non solo. L’idea prende ispirazione da quanto fatto all’università Sciences Po di Parigi: il defunto direttore Richard Descoings anni fa aveva lanciato un progetto di questo genere nelle banlieu parigine. Ne parlai con lui e presi ispirazione da quel colloquio. Ma noi abbiamo già studenti con gravi difficoltà economiche e li stiamo aiutando». Come? «Ogni anno diamo più di 20 milioni di euro sotto forma di esoneri e borse di studio per gli studenti che hanno maggiore bisogno di supporto. Lo abbiamo sempre fatto in modo “passivo”: ovvero, uno studente si iscrive e poi fa richiesta di aiuto economico perché le nostre rette sono costose. Adesso con questa iniziativa vogliamo farlo in modo attivo. Mi piace pensare alla Bocconi come un potente ascensore sociale ». Non è l’unica novità per questo anno. «Abbiamo sviluppato un centro, che si chiama Beta, rivolto ai docenti per migliorare la didattica e per fare ricerca sugli strumenti innovativi di insegnamento: per alcuni corsi abbiamo previsto aule flat con banchi riconfigurabili (per lezioni frontali ma anche per lavori di gruppo), wi-fi potenziato e un iPad in dotazione per ogni studente. Inoltre abbiamo anche sviluppato un accordo con la piattaforma di corsi universitari online “Coursera”, lanciata da Stanford: metteremo dei corsi fatti bene, grazie a investimenti importanti. Vogliamo sviluppare questo aspetto, su cui abbiamo ancora da imparare ». Quest’estate ha fatto discutere il ritorno di Mario Monti come presidente della sua università. Addirittura alcuni docenti hanno fatto circolare un documento di protesta. Lei cosa ne pensa? «Ne abbiamo discusso in consiglio accademico: è normale che il fatto che lui abbia un’esposizione politica oggi possa creare qualche preoccupazione da parte di alcuni, ma personalmente mi sento tranquillo. Mi ero già consultato con lui, per noi Mario è un asset perché è una figura di grande prestigio a livello internazionale. Fino a quando lui sarà disponibile e interessato a darci una mano, ne saremo contenti».