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Modifiche che non semplificano sul portale Acquistinretepa

Sono assolutamente convinta che chi ha pensato il portale Acquistinretepa non lo usa. E se lo usa, lo trova di semplice utilizzo perché lo ha “inventato”.

05/11/2013
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da "Sinergie di scuola"

di  Gabriella Bellafiore

Sono assolutamente convinta che chi ha pensato il portale Acquistinretepa non lo usa. E se lo usa, lo trova di semplice utilizzo perché lo ha “inventato”.

Per tutti gli altri è quasi impossibile orientarcisi. Si entra e immediatamente colpisce l'annuncio: “Consulta l'Area personale, partecipa alle iniziative e gestisci il tuo catalogo. Tutto ciò che cerchi è qui!”

Che viene da dirsi “Accidenti, se ci mettono il punto esclamativo vuol dire che è proprio così!!!! Sono approdata nel porto sicuro! Qui troverò le risposte a tutti i miei perché...”.

Beh, io Dsga di provincia (dipenderà da questo?) non solo non ho trovato la risposta a tutti i miei perché, ma anzi, se ne sono aggiunti degli altri!!!! (triplo punto esclamativo e ci starebbe bene anche una emoticon con sorriso sarcastico).

Perché utilizzando il campo "Cerca" - facilissimo da trovare - si può esplorare solo la sezione informativa, mentre è stata disabilitata l'esplorazione del catalogo e dell'elenco dei fornitori? Funzionavano fino a qualche giorno fa, ed erano utilissime entrambe.

Perché non è stato indicato nella nuova funzione “Ricerca per codice” che si intende il codice CPV abbinato a ciascun prodotto? Perché l'elenco dei prodotti in formato .xls non contiene, per ogni prodotto indicato, il link che conduce al portale? Perché per ogni acquisto i dipendenti pubblici devono farsi venire il mal di testa e debbono sentirsi inadeguati rispetto a cotanto portale?

Il sito degli acquisti in rete PA dovrebbe essere totalmente riformato, ma intanto si inizi con il ripristino della ricerca veloce anche nel catalogo e nell'elenco dei fornitori. E per cortesia, a proposito di velocità: volere dal portale risposte in tempo reale è pretendere troppo? Perché ad ogni “invio” bisogna aspettare dai 18-20 secondi in su, con il naso incollato al monitor, continuando a chiedersi: “Ce la fa? Non ce la fa? Ho scritto qualche scemenza?” (più altri commenti irriferibili...).

E i perché e i dubbi esistenziali aumentano... viva i dipendenti pubblici costretti ad essere fannulloni!

Ritornando al messaggio iniziale: tutto ciò, se non tragico, è ridicolo. Propendo per il ridicolo, ma da cittadina italiana non ne sono affatto entusiasta.