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Napolitano: Applausi alla scuola pubblica. Barroso: sbagliato tagliare

Dal Presidente e dall’Europa partono segnali chiari verso le sciagurate politiche del governo italiano. Anche Emma Marcegaglia è d’accordo con loro: è uno dei pochi campi in cui si deve continuare ad investire

15/03/2011
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l'Unità

Marcella Ciarnelli

È giusto esprimere una più che giustificata soddisfazione per il grande contributo che l'istruzione pubblica ha dato alla crescita dei sentimenti di unità e di identità nazionale degli Italiani ». Il riconoscimento alla funzione fondamentale della scuola pubblica lo ha fatto il presidente della Repubblica nel messaggio inviato in occasione dell'iniziativa promossa dalla casa editrice Laterza «L'Italia unita a scuola». Dieci scuole disseminate sul territorio, che per tre giorni diventeranno luogo di incontro, discussione, confronto. Del contributo della scuola pubblica, ha ribadito il presidente «c'è ancora e più che mai bisogno per rafforzare la coesione del paese dinanzi alle ardue prove cui è chiamato» e «va al tempo stesso sottolineata l'importanza del compito che spetta alla scuola nel diffondere tra le nuove generazioni una più approfondita conoscenza dei diritti e dei doveri che da più di mezzo secolo la Costituzione repubblicana garantisce e indica a tutti i cittadini». E, guardando oltre i nostri confini, «appare necessario che la scuola prepari i giovani ad essere sempre più consapevoli degli obiettivi che dobbiamo proporci, come stato nazionale, nel quadro dell'Unione Europea. C'è ancora molto da fare affinché in Europa tutte le categorie sociali e tutte le realtà regionali possano essere partecipi di un più elevato livello comune di benessere». Ma «le nuove generazioni, che hanno la fortuna di vivere in un’Europa di pace, libera dall'incubo di ricorrenti conflitti, dovranno far fronte con coraggio e lungimiranza a sfide nuove e difficili. È compito anche della scuola di far crescere nei giovani le conoscenze e i valori necessari per meglio affrontarle». Esiste, dunque, «la nuova realtà di un mondo in cui grandi popoli sì stanno dimostrando capaci di uscire da una secolare condizione di arretratezza, manel quale esistono vasti arsenali di armi di distruzione di massa e, comunque ogni crisi e conflitto locale rischia dì coinvolgere tutti, impone ai paesi ancora oggi più ricchi di risorse di assumersi nuove responsabilità, per contribuire alla cooperazione fra gli stati, alla sicurezza, alla pace e al progresso civile in tutti i continenti». Il presidente Napolitano ha più volte richiamato in questi mesi, la necessità di sostenere la cultura e la ricerca pur in presenza di una evidente necessità di operare dei tagli di bilancio per affrontare la crisi. Sulla sua stessa linea si è espresso anche il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso che ieri ha tenuto alla Luiss una lectio magistralis durante la cerimonia per il conferimento della laurea honoris causa: «Non è intelligente tagliare le risorse ai settori della scienza, dell'istruzione e della cultura» ha detto Barroso. Ed anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nel corso della stessa cerimonia, ha riaffermato la necessità di «investire nella crescita, nell'università e nella scuola. Dobbiamo e possiamo fare di più, questo è uno dei pochi campi in cui il governo deve continuare a investire soldi». La scuola è sicuramente uno dei luoghi dove si è fatta l'unità d'Italia, anzi, dove si sono fatti gli italiani. È grazie alla scuola che abbiamo imparato a parlare la stessa lingua, riconoscendo una comune identità. Ecco perché la casa editrice Laterza ha pensato di promuovere nelle scuole tre giornate di riflessione e di festa, di discussione e di condivisione, da oggi al 17 marzo, giorno della proclamazione del Regno d'Italia. Tre giornate dedicate a lezioni magistrali, seminari, workshop, concerti, mostre, film ed altro sui temi della storia dell'Italia unita. Storici ma anche filosofi ed economisti, sociologi e giuristi, scrittori e giornalisti saranno coinvolti in un confronto aperto con i cittadini, gli insegnanti e, soprattutto, gli studenti, veri protagonisti delle tre giornate.


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