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Nazione-Non più pagelle Ma baruffe e tanta confusione

LA RIFORMA IN PANNE Non più pagelle Ma baruffe e tanta confusione Alla fine del primo quadrimestre dell'anno scolastico le famiglie hanno il diritto di conoscere la valutazione che i do...

03/02/2005
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La Nazione

LA RIFORMA IN PANNE
Non più pagelle Ma baruffe e tanta confusione
Alla fine del primo quadrimestre dell'anno scolastico le famiglie hanno il diritto di conoscere la valutazione che i docenti esprimono sul rendimento dei propri figli. Quest'anno però per il primo ciclo (scuola primaria e secondaria di primo grado) molte, troppe scuole sono in confusione e conseguentemente i genitori frastornati.
Le novità creano sempre crisi, ma quelle introdotte dalle leggi di riforma negli ultimi cinque-sei anni fanno oscillare il pendolo fra la valorizzazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche ed il consolidamento della loro anarchica gestione. Nella fattispecie il regolamento 275/1999 ha abrogato l'art.144 del T.U. sull'istruzione che prevedeva nella scuola elementare la scheda personale e l'attestato finale. L'abrogazione doveva diventare operativa dal 2000.
Il Ministero avrebbe dovuto però definire gli obbiettivi specifici di apprendimento. La carenza è stata colmata solo con la legge 59/2004. Inoltre il regolamento del 1999 trasferiva alle istituzioni scolastiche autonome la competenza del Ministero "per la definizione delle modalità e dei criteri per la valutazione". Al Ministero resta dunque solo la competenza per la definizione degli indirizzi generali per la valutazione degli alunni, adempimento soddisfatto dall'Amministrazione scolastica. E allora, una volta definito il quadro delle regole, perchè tanta confusione? Perchè una parte consistente di docenti, ispirata e sostenuta dalle organizzazioni sindacali, ostacola con ogni mezzo la riforma Moratti, che per la valutazione istituisce il portfolio delle competenze curato dal docente tutor. Siccome si rifiuta e si boicotta (per motivi occupazionali) la figura del docente tutor, anche il portfolio, che è il vero strumento che documenta il processo formativo di ciascun alunno, viene ostacolato.
Per favorire il passaggio dal vecchio al nuovo sistema il Ministero ha proposto modelli di schede personali di valutazione all'interno dei quali sono previsti indicatori di apprendimento per ogni disciplina di studio. Ogni scuola potrà utilizzare il modello che ritiene più idoneo "ai piani di studio personalizzati" autonomamente adottati dall'istituto, in quanto non esistono più i programmi ministeriali. Ma se non c'è consenso alle innovazioni, ogni adempimento sostanziale e formale diventa una baruffa. Così ci saranno valutazioni riportate nelle vecchie schede, su schede adattate con le nuova aree disciplinari, su modelli ripresi dal sito internet del Ministero e su fogli volanti costruiti dalle scuole. Il tutto rende bene l'idea di come il nostro paese concepisce il riformismo. Ognuno ha il proprio parere sulle cose da riformare e sul modo di riformarle. A cominciare dalla scuola, culla dell'educazione alla legalità ed alla cittadinanza consapevole!