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Neo-prof, per ora solo in 3mila rispondono sì all'assunzione

C'è tempo fino all'11, ma per ora alla mail del Ministero ha risposto uno su tre. Chi non accetta perderà il diritto all'assunzione, anche se i sindacati affilano le armi

08/09/2015
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Due precari della scuola su tre accetteranno la nomina ricevuta lo scorso 2 settembre soltanto negli ultimi giorni. Evidentemente, quella fra trasferirsi a centinaia di chilometri di distanza da casa, smembrando la famiglia, o rinunciare all'occasione della vita è una scelta davvero una difficile da operare. E i supplenti delle graduatorie ad esaurimento, o gli idonei all'ultimo concorso a cattedre, si stanno prendendo tutto il tempo necessario per meditare. I dieci giorni per accettare o rifiutare l'assunzione nella fase B del Piano straordinario di immissioni in ruolo della Buona scuola scadranno alle 23:59 dell'11 settembre prossimo. Ma finora a rispondere affermativamente alla proposta ricevuta la notte tra il primo e il due settembre sono stati in 3mila e 700.

Un numero relativamente basso se si pensa che  -  secondo quanto dichiarato dallo stesso ministro Stefania Giannini nel corso della conferenza stampa del 2 settembre  -  i contratti proposti sono stati quasi 9mila. A conti fatti, in sei giorni si sono decisi ad accettare quattro precari su dieci. La restante parte - oltre 5mila - dovrà sbrigare la pratica in poco più di quattro giorni. Il ministero dell'Istruzione, ha comunque chiarito anche attraverso il sito dedicato alle assunzioni della Buona scuola, che coloro che non accetteranno l'incarico verranno depennati dalle graduatorie ad esaurimento o da quelle dei concorsi. E perderanno ogni diritto acquisito in questi anni. Per ottenere la cattedra, dovranno partecipare al concorso che verrà bandito entro il prossimo primo dicembre.

Ma alcuni sindacati sono di parere diverso e stanno potenziando i loro uffici dedicati al contenzioso per supportare coloro che vorranno presentare ricorso. Le nomine della fase B del Piano Renzi sono state le più contestate dai precari della scuola e dai sindacati perché una delle paure maggiori della vigilia  -  quella che soggetti con punteggi maggiori andassero a finire nelle sedi più disagiate, mentre i colleghi che verranno nominati in fase C, con punteggi inferiori, potranno beneficiare di cattedre vicino a casa  -  si è puntualmente verificata: 7 precari e vincitori di concorso su 9 della fase B dovranno sobbarcarsi un trasferimento di lungo raggio, ha ammesso la stessa Giannini. Soprattutto dalla Sicilia verso la Lombardia e dalla Campania verso il Lazio e Lombardia.

Lamentele dei precari, costretti a trasferirsi in altre città per ottenere la cattedra definitiva, che ha aperto un dibattito acceso tra coloro che considerano questi spostamenti addirittura come una "deportazione" e chi invece non ci vede nulla di strano se per poter lavorare si è costretti a lunghi trasferimenti. Anche non più giovani. Un'altra lamentela di precari e sindacati, questa volta più tecnica, riguarda la procedura utilizzata per la distribuzione dei 9mila incarichi della fase B ad altrettanti aspiranti maestri e prof. Fino all'anno scorso i siti degli Uffici scolastici regionali e provinciali pubblicavano tutto: graduatorie dalle quali attingere per le immissioni in ruolo e posti disponibili. I precari in attesa della nomina potevano controllare che tutto seguisse le regole.

Ma con la fase B i posti sono stati attribuiti seguendo una ipotetica graduatoria nazionale  -  ottenuta dalla fusione delle rispettive graduatorie provinciali o regionali, per quanto riguarda il concorso  -  incrociando i punteggi e le scelte delle province operate dai precari al momento della compilazione della domanda online. Senza che nessuno abbia potuto mettere il naso sulle scelte operate dal cervellone di viale Trastevere. Per questa ragione, i rappresentanti dei lavoratori hanno invocato la necessaria trasparenza degli atti amministrativi, chiedendo gli elenchi dei nominati e le graduatorie nazionali utilizzate per assegnare gli incarichi.
Da quando sono state recapitate le mail con le sedi della fase B, sia i nominati sia coloro che sono rimasti in attesa di un posto nella fase C, hanno iniziato a fantasticare su possibili, o presunte, stranezze nell'attribuzione degli incarichi. La più ricorrente, segnalata puntualmente alle sedi sindacali, è quella che riguarda la stessa graduatoria provinciale dove il precario con punteggio minore viene nominato
in una determinata provincia mentre il collega con punteggio maggiore resta a casa. "Com'è possibile?", si chiedono in tanti. L'unico modo per fugare tutti i dubbi, spiegano i sindacati, è quello di rendere pubblici nomi e criteri di assegnazione delle cattedre.