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Non manca niente ai ragazzi d'oggi?

20 novembre giornata internazionale dei diritti dei bambini.

20/11/2007
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“Dove andate bambini?”
“Al Teatro Comunale a vedere uno spettacolo di musica”
“Allora non manca niente ai ragazzi di oggi”
“Forse qualche autobus”ho risposto alla vecchietta che si era ritrovata in autobus con 90 bambini delle nostre prime classi.
Poi in attesa di arrivare al Teatro ho ripensato all’osservazione della signora collegandola con il fatto che il 20 novembre si celebra la giornata dei diritti dei bambini e delle bambine. Certamente le generazioni più anziane facendo il confronto con la propria infanzia sono convinte, come la signora, che ai bambini di oggi non manchi niente. E dal punto di vista dei nonni è sicuramente vero, a patto che i bambini abitino in un paese ricco come il nostro,perché nella maggior parte del mondo ai bambini manca quasi tutto a partire dall ‘indispensabile per sopravvivere,per non parlare dell’istruzione che è ancora un miraggio per milioni di bambini in tutto il mondo. Del resto se la maggior parte di loro è destinata a morire entro i 5 anni di vita,quello di andare a scuola è un problema che non si pone nemmeno. Ma questi bambini esistono solo in televisione, che qualche volta turba i nostri pranzi mostrandoceli con il ventre gonfio mentre circondano una principessa o una attrice cinematografica. In tutti i casi per far tacere l’inquietudine che ci prende al vederli di solito basta mandare un sms al numero di una ong ed ecco che l’abbiamo salvato(ci sentiamo veramente onnipotenti in questi casi). Per quelli tra noi che non si sentono soddisfatti c’è sempre la possibilità di una adozione a distanza.
Ma ai bambini che non sono distanti,anzi sono talmente vicini che li possiamo incontrare in autobus,manca forse qualcosa? No a questi non manca proprio niente.
Oltre al pane hanno anche le rose ovvero la musica al Teatro Comunale e molto altro.
Certamente sono forti consumatori e ogni giorno hanno sempre più cose. Per altro sono carenti di molte di quelle cose che non si possono comprare al supermercato.
Quest’anno ho la fortuna di osservare da vicino dei piccoli di sei anni. Molti mancano di sicurezze,per questo vanno a letto nel lettone,succhiandosi il pollice dopo aver bevuto un biberon di latte come avessero sei mesi. Altri sembrano figli di nessuno. I papà in particolare continuano ad essere assenti,non ci sono mai coi loro figli anche se non sono ancora scappati di casa e non sono divorziati. Tra questi ultimi può capitare che il papà si dimentichi di stare col proprio bambino ogni quindici giorni come ha stabilito il giudice e così il bambino cresce con una mancanza di autorità e di tenerezza che verrà sostituita da una rabbia in corpo e da un odio verso tutte le autorità. La prima forma di abuso sull’infanzia è la trascuratezza,il disinteresse. Mancano di fratellanza,ma se i padri si picchiano per una squadra di calcio,come potranno mai capire il significato di fratellanza?Mancano di rispetto,ma se la mamma picchia la maestra,come possono rispettarla? Ma soprattutto mancano di infanzia. In una società che ha decretato la fine dell’infanzia,non vengono ascoltati, trattati,gestiti per quello che sono: dei bambini,niente di più e niente di meno. D’altra parte c’è un’infanzia ostinata, i bambini insistono a comportarsi come tali malgrado tutto. I bambini cercano in tutti i modi di farsi capire dagli adulti,che rinunciano alle loro responsabilità e le addossano ai bambini. “Adesso sento da lui”mi dicono i genitori. Ma chi è il genitore? Il bambino non può essere il genitore di se stesso. A ciascuno il suo. I bambini vorrebbero fare i bambini,cercano testardamente di comportarsi come tali ma i genitori dovrebbero fare gli adulti,non i bambinoni.
Per questo i ragazzi d’oggi approfittano delle loro maggiori competenze coi i mezzi di comunicazione e,ogni volta che possono,le usano per insegnare agli adulti a leggere il loro mondo,perché i bambini,per fortuna, sono un libro aperto,ma aperto in un mondo di adulti analfabeti.
Arturo Ghinelli