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Nuova Ferrara-"Vogliono una sola cosa: studenti dalla mente piatta"

duro attacco del pedagogista Umberto Margiotta "Vogliono una sola cosa: studenti dalla mente piatta" ...

04/03/2004
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Nuova Ferrara

duro attacco del pedagogista Umberto Margiotta
"Vogliono una sola cosa: studenti dalla mente piatta"


MILANO. "Stiamo andando verso una scuola che partorirà solo studenti dalla mente unica. Piatta. I giovani saranno sempre più educati da una istruzione che invita alla superficialità attraverso la pericolosa manovra della selezione sociale alla quale la riforma Moratti s'ispira". L'attacco, durissimo, è del professor Umberto Margiotta, professore di Pedagogia della facoltà di Filosofia dell'Università Ca' Foscari di Venezia, che ha fatto della Sis, centro di formazione, il suo fiore all'occhiello.
Professor Margiotta, la riforma della scuola è proprio da bocciare?
"Totalmente. E' una riforma che ci fa tornare indietro. Si ispira al modello sociale gentiliano. L'organizzazione dei programmi e del lavoro scolastico degli insegnanti riprone l'insana legge selettiva che certamente non può portare nulla di buono dal punto di vista sociale, pedagogico ed educativo. In sostanza la visione della Moratti, e dei suoi collaboratori settantenni, è strettamente economicistica. Il ministro si riempie la bocca di parole come 'libertà e responsabilità' ma sono solo orpelli ideologici che coprono in realtà l'assoluta volontà di tagliare i posti di lavoro degli insegnanti e togliere i servizi scolastici. Servizi che vengono cancellati perché lo Stato non se li vuole più accollare indebolendo così la scuola pubblica".
Dunque il corpo docente sarà ridimensionato?
"Purtroppo è questa la verità. Dal 2006 al 2008 il 47% degli insegnanti andrà in pensione e certamente il reintegro non ci sarà. E dato che il governo sapeva che si sarebbe levata la protesta ha operato bene con i mezzi di comunicazione parlando sempre di una riforma dell' 'innovazione'. Ma questa è una riforma della 'deformazione'. Hanno demolito la 'Scuola di popolo', quella che, dalla Costituzione in poi, è stata realizzata con orgoglio".
Quindi, secondo lei, non pagheranno solo gli insegnanti ma anche gli studenti.
"Sì, anche gli studenti. Come si può pretendere che un ragazzino a 13 anni scelga di fare il liceo o la formazione professionale. Questo significa tarpare le ali dall'inizio. Significa escludere. L'istruzione non è più mirata a fornire una padronanza nell'ambito dell'esperienza di socializzazione. Il mondo della conoscenza viene eluso. Anzi, escluso".
Quindi le nuove generazioni saranno intellettualmente più povere?
"La linea guida che segue tutta la riforma è di non fornire più gli strumenti che portano lo studente a contestualizzare gli eventi, i fatti e le opinioni. Una materia come la storia, viene spezzata: alle elementari si studia quella antica e alle medie il resto. Si capisce immediatamente che la capacità critica richiesta al ragazzo non c'è più".
Questa riforma è dunque l'antifilosofia della conoscenza?.
"Esattamente. La visione del mondo è falsamente data. Stiamo ricadendo in un provincialismo culturale molto pericoloso. L'esercizio dell'intelligenza è negato. E quando si nega questo non si può più dire che viviamo in democrazia. Questa è una democrazia autoritaria. Ma grazie alla riforma Moratti abbiamo trovato il tallone d'Achille della maggioranza. Più che 'Casa delle Libertà' la chiamerei 'La Grande Impostura'".
Professore, guardi che così le danno del comunista.
"Comunista? Non lo sono mai stato. Devo però dire che se non si fanno le riforme con gli insegnanti i risultati poi sono questi. Certo, la colpa è anche dei precedenti governi. La scuola è sempre stata la ruota di scorta della gestione della disoccupazione intellettuale" (r. r.)


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