Nuova sanatoria in vista per i precari della scuola
La conferma è arrivata dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in audizione ieri davanti alle commissioni Istruzione di Camera e Senato
La decisione era nell’aria, come abbiamo raccontato sul Sole 24Ore e Scuola24 di lunedì 29 marzo. Ma adesso è ufficiale: per evitare di ritrovarsi anche a settembre 2021 con gli stessi 200mila supplenti del 2020 (se non di più), il governo sta pensando a una nuova sanatoria di precari. La conferma è arrivata dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in audizione ieri davanti alle commissioni Istruzione di Camera e Senato: «Stiamo ragionando anche con presidenza del Consiglio e Mef - ha spiegato - su come riconoscere titoli, meriti ed esperienze per far confluire queste persone e far ripartire la macchina delle assunzioni in modo stabile e continua nel tempo».
Sul tavolo l’idea di un corso-concorso
È stato lo stesso titolare di viale Trastevere a tornare sul tema in sede di replica: «Attenzione: abbiamo degli obblighi lasciati dai predecessori. Non ho idea di un intervento magico ne' di qualcuno che mi dica di come fare - ha aggiunto - ci stiamo lavorando su, avendo chiare le posizioni di ognuno. Bisogna trovare soluzioni praticabili». Sul tavolo ci sarebbe un corso-concorso di un anno con assunzione nel 2022/23 a cui accedere in base ai titoli di servizio ma Bianchi non ha detto di più. Consapevole delle diverse vedute sulla stabilizzazione presenti nella sua maggioranza.
La polemica social
Come conferma la battaglia a colpi di tweet tra l’ex capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, e l’ex ministra Lucia Azzolina (M5S) che ne è seguita. Con il primo che ha definito «giusto procedere verso la discontinuità dalla ministra precedente Azzolina». E la seconda che ha replicato «La vera discontinuità sarebbe sentirti parlare di scuola di qualità, di merito. Di giovani». Con una stoccata al rivale: «Di discontinuità dovresti essere esperto, sostituito da capogruppo per esser stato campione di continuità renziana». Rivale che ha a sua volta controreplicato: «Cara ex ministra, la grande difficoltà di migliaia e migliaia di insegnanti precari della scuola è riconducibile anche alla sua grave sottovalutazione. Le altre continuità le lascio alla sua fantasia”»
La scuola come «bene comune»
Nel resto del suo intervento il ministro Bianchi ha ripercorso gli interventi in materia di istruzione previsti dal Piano nazionale di rirpesa e resilienza (Pnrr): tempo pieno, menso, formazione dei prof, asili, edilizia scolastica, orientamento eccetera. Coniando anche l’espressione di diritto allo studio come «bene comune».
Il trend in calo degli studenti
A proposito diinsegnanti l’ex assessore all’Istruzione dell’Emilia Romagna si è soffermato sul rapporto studenti/docente sottolineando la discontinuità con il recente passato: «Il Mef ci ha riconosciuto gli organici del passato e ha dato qualcosa in più. Nei prossimi 10 anni avremo 1 milione e 400 mila ragazzi in meno, avremmo quindi dovuto avere tanti insegnanti in meno. Abbiamo bisogno di prof per avere classi più piccole e aumentare il tempo scuola. Dobbiamo uscire dalla meccanica lineare tot docenti-tot studenti. Abbiamo bisogno anche di più dirigenti. I dirigenti hanno una funzione fondamentale, non abbiamo dato il giusto peso alla gravosità degli impegni che hanno avuto, va e andrà riconosciuto di più nel confronto contrattuale».