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Nuova Sardegna-Un'Italia a due velocità: cresce anche sui banchi il divario tra Nord e Sud

Un'Italia a due velocità: cresce anche sui banchi il divario tra Nord e Sud Anche nella scuola aumenta il divario tra Nord e Sud: nel Meridione (Sardegna compresa) più abbandoni, tropp...

10/04/2004
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Nuova Sardegna

Un'Italia a due velocità: cresce anche sui banchi il divario tra Nord e Sud
Anche nella scuola aumenta il divario tra Nord e Sud: nel Meridione (Sardegna compresa) più abbandoni, troppe lauree inutili e caseggiati a pezzi. Lo rivela una ricerca svolta di recente dall'istituto Svimez. L'indagine getta nuove ombre sull'istruzione nell'isola, da anni alle prese con una serie di gravi ostacoli che da queste parti rendono tutto più complicato rispetto a quanto avviene in altre regioni.
Ma è meglio procedere con ordine. E analizzare innanzitutto i risultati della ricerca. Uno spaccato dal quale emergono situazioni inquietanti. Ecco, appunto, i dati salienti messi in risalto dallo Svimez. Degli iscritti al primo anno di scuola media, solo l'11,4% arriva alla laurea o al diploma universitario nel Mezzogiorno, rispetto al 25% nel Centro-Nord: si iscrivono all'università il 52,4% dei maturi del Sud e il 73,4% di quelli del Centro-Nord, mentre a tre anni dalla laurea risulta occupato il 60,3% dei giovani nel Mezzogiorno e il 78,7% nel resto del Paese.
E' dunque un'Italia a due velocità, con "una scuola che arranca", quella disegnata dallo Svimez, l'associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno, nel suo quaderno di informazioni. A denunciare crepe non solo metaforiche è l'edilizia scolastica. La tendenza alla diminuzione del numero degli studenti, costante nell'ultimo decennio, sembra poi essersi in compenso arrestata nella fase più recente: la quasi totalità dei giovani che concludono la scuola dell'obbligo decide di proseguire gli studi (99,2% al nord e 96% al Sud) con un deciso miglioramento rispetto al 1990- '91 quando il tasso di passaggio era pari, rispettivamente, all'88,1% e all'83,2%.
Cresce il numero delle iscrizioni all'università, sebbene il gap tra Mezzogiorno (27%) e resto d'Italia rimanga (36%) elevato. Sempre più richieste - è una sorpresa - le facoltà letterarie, tendenza legata "in buona parte all'affermarsi di nuove tipologie di corsi legati alle comunicazioni di massa, alle scienze psico-pedagogiche, alla conservazione del patrimonio storico-culturale". Mezzogiorno svantaggiato rispetto al Centro-Nord anche per dotazione di attrezzature scolastiche: computer, postazioni internet, biblioteche, impianti sportivi. Tra i 25-64enni, hanno un livello di istruzione secondaria superiore il 43,1% degli italiani (il 35,3% dei residenti nel Mezzogiorno e il 45,4% dei residenti nel Centro-Nord), valore assai più basso che negli altri Paesi industrializzati. Il 52,1% degli occupati nel Mezzogiorno (contro il 45,8% al Nord e il 28,7% della media Ocse) ha appena un titolo di scuola dell'obbligo. Una buona notizia: studiare paga, quasi sempre. I diplomati che in un triennio hanno trovato lavoro sono il 55% del totale, quota più bassa rispetto al 73,5% dei laureati e all'88,5% dei diplomati universitari; meno fortunati, anche in questo caso, i diplomati del Sud, che trovano impiego nel 47% dei casi contro il 62,2% della media nazionale.
Intanto, dal Ministero comunicano che saranno varati dopo Pasqua, i due decreti attuativi della riforma Moratti relativi all'alternanza scuola-lavoro e al diritto-dovere all'istruzione. "Siamo alle ultime battute", hanno assicurato i dirigenti del dicastero spiegando che si sono già tenuti incontri con i sindacati, sia di categoria sia confederali, e che si sta lavorando anche di concerto con le Regioni.


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