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Nuova Saredegna-Scuola, la riforma in bozza: già un caso

Un'affollata assemblea Cgil al "Giua" sul documento che vorrebbe rifondare l'istruzione media superiore Scuola, la riforma in bozza: già un caso Nuovo fronte di lotta contro il minis...

10/02/2005
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Nuova Sardegna

Un'affollata assemblea Cgil al "Giua" sul documento che vorrebbe rifondare l'istruzione media superiore
Scuola, la riforma in bozza: già un caso
Nuovo fronte di lotta contro il ministro accusata di varie contraddizioni


CAGLIARI. Il sessanta per cento delle scuole sarde ha detto "no", l'altro quaranta l'ha applicata, ma senza troppi entusiasmi, "un po' così, all'italiana", per usare le parole del segretario regionale della Cgil- scuola Peppino Loddo. E dopo le infuocate battaglie dei mesi scorsi, contro la riforma della scuola voluta dal ministro Letizia Moratti ora si prepara un nuovo fronte di lotta. Bersaglio principale è la recente bozza che riforma la scuola secondaria superiore.
Il primo atto della nuova battaglia è partito ieri all'istituto tecnico Giua con un'affollatissima assemblea organizzata dalla Cgil.
Ospite d'onore Maria Brigida, segretaria nazionale della Flc-Cgil, che è partita da una constatazione: "Nel mondo della scuola, in tanti ancora non conoscono la nuova bozza".
Una mancanza che può far rischiare grosso, perché, prima di tutto, impedisce di rendersi conto di un fatto: la propaganda che il Governo ha imbastito su questa riforma è menzognera. "Le belle parole possono anche allettare - dice Brigida - ma alla fine quel che conta è ciò che si scrive. E ciò che sta scritto in questa bozza è quanto di più allarmante ci possa essere".
Un esempio? Non ci vuole molto a trovarlo: in questo documento famigerato il Governo inciampa già nel primo comma dell'articolo uno. Quando, a proposito di formazione professionale, dice che si tratta del "secondo segmento in cui si realizza il diritto-dovere all'istruzione e formazione". "Così smentisce sé stesso - osserva la segretaria nazionale -. Praticamente conferma che il diritto-dovere si realizza in entrambi i sistemi, mentre qualche tempo fa, in una conferenza stampa, Berlusconi e la Moratti si vantarono di aver elevato l'obbligo scolastico a 18 anni".
Se il secondo canale è l'apprendistato, il mondo della scuola apra gli occhi, dice infatti Brigida: "Come si può far credere che possa essere portato avanti sino ai 18 anni, quando le decisioni le prende l'imprenditore? - dice - È lui che stabilisce se e quanta formazione deve fare l'apprendista. La verità è che per il governo qualunque cosa si faccia dopo i 15 anni è comunque scuola".
E che dire della tanto sbandierata "alternanza scuola- avoro"?
Una "gran cosa", stando alle operazioni medianiche del Cavaliere, nella realtà una bella presa in giro per l'intero sistema, compreso quello delle autonomie locali: "Perché quest'alternanza possa realizzarsi è necessaria un'intesa Stato-Regioni - ha spiegato Maria Brigida - In realtà, per mancanza di fondi, regioni, province, comuni hanno detto "no". Ma il governo, che dice di tenere alle autonomie, non ha ascoltato, e ha proseguito da solo".
In vista delle elezioni di primavera il rischio è che il Governo, per evitare spiacevoli incidenti, decida d'andare avanti in sordina.
"Per questo la battaglia va fatta ora, e dev'essere durissima - mette in guardia Brigida - Dopo, nulla potrebbe essere più recuperabile con i danni inevitabili per il sistema scolastico".
Sabrina Zedda