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Ocse, migliorano gli studenti italiani, si riduce il divario con gli altri Paesi

Per la prima volta dopo dieci anni risultati confortanti per i nostri ragazzi in Lettura, Matematica e Scienze. Nella classifica internazionale recuperano da una a sei posizioni

07/12/2010
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la Repubblica

Ogni tanto, una buona notizia: gli studenti italiani migliorano le loro performance. I dati presentati a Parigi dall'Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ed elaborati per l'Italia dall'istituto Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione) sulle competenze in Lettura, Matematica e Scienze danno risultati confortanti. Per la prima volta dopo dieci anni, i quindicenni italiani scalano le classifiche internazionali recuperando posizioni. I dati si riferiscono alla rilevazione condotta nel 2009 ed è facile immaginare che si aprirà il solito dibattito politico sui meriti di questa inversione di tendenza.

Sta di fatto che, dopo due lustri, gli studenti italiani recuperano sei posizioni nella classifica internazionale sulle competenze in Lettura, passando dal 36° al 30° posto. E questo, nonostante il numero di nazioni partecipanti alla ricerca sia aumentato da 57 a 65. L'Italia, con un score medio di 486 punti, riduce considerevolmente il divario rispetto alla media Ocse, che fa segnare 493 punti: "appena" 7 in meno. Nel 2006, erano 23 i punti che ci separavano dalla media Ocse.

Stesso discorso per le competenze in Matematica: i quindicenni italiani si piazzano al 36° posto con 483 punti. Tre anni fa, si piazzarono al 38° posto, con 462 punti. Anche in questa classifica ci avviciniamo alle performance degli altri paesi Ocse (media 496 punti): il vero e proprio baratro di 36 punti del 2006 è stato ridotto a 13. In Matematica spiccano i quindicenni dei paesi

del Sol levante: Shanghai (la provincia cinese con l'incredibile punteggio di 600 punti), Singapore, Hong Kong, Corea, Cina-Taipei. La Finlandia, prima tra le europee, si attesta in sesta posizione.    

In Scienze, la media Ocse è decisamente più alta: 501 punti. E l'Italia fa registrare anche in questa occasione un trend positivo: 489 punti, che la collocano al 35° posto, un gradino in più rispetto al 2006. Ma è il punteggio medio conseguito dai ragazzi italiani che conforta: tre anni fa, si fermarono a 475 punti, 25 in meno della media Ocse. Nel 2009, il divario è stato più che dimezzato: 12 punti. Anche in quest'ultimo ranking i paesi asiatici la fanno da padrone: con 5 nazioni/ambiti su 6. Al primo posto, ancora Shanghai, al secondo la Finlandia.

Per l'Italia hanno partecipato all'edizione 2009 quasi 31 mila studenti provenienti da 1.097 licei,  istituti tecnici e professionali e scuole medie di tutte le regioni italiane. E sono gli studenti dei licei che fanno registrare i migliori risultati nel nostro Paese. Come avviene nelle indagini nazionali, le ragazze superano i compagni maschi e i ragazzi delle regioni settentrionali quelli delle regioni meridionali, con l'unica eccezione della Puglia.

Il progetto Pisa (Programme for International Student Assessment) è la quarta fase e si svolge ogni tre anni. E si pone come obiettivo quello di accertare le competenze dei quindicenni scolarizzati, se e in che misura abbiano acquisito alcune competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società e per continuare ad apprendere per tutta la vita. L'indagine non accerta soltanto le competenze in Lettura, Matematica e Scienze, ma si focalizza piuttosto sulla misura in cui gli studenti sono in grado di utilizzare competenze acquisite durante gli anni di scuola per affrontare e risolvere problemi (problem solving) e compiti che si incontrano nella vita quotidiana e per continuare ad apprendere.

Ogni tre anni il Pisa prevede un approfondimento in una delle tre aree indagate. Quest'anno, è stata la volta della cosiddetta "reading literacy" (competenza in lettura), che si riferisce alla comprensione, all'utilizzo e alla riflessione su testi scritti al fine di raggiungere i propri obiettivi, di sviluppare le proprie conoscenze e le proprie potenzialità e di svolgere un ruolo attivo nella società. E gli studenti italiani hanno risposto positivamente. Ma di chi sarà il merito? Della riforma Gelmini, entrata in vigore l'anno scorso alla media e quest'anno alle superiori, se i quindicenni italiani scalano posizioni? Non sembra possibile, visto che l'indagine riguarda il 2009. O, come è più logico pensare, del precedente governo di centro-sinistra guidato da Romano Prodi? O, ancora, delle riforme messe in piedi dal ministro belusconiano Letizia Moratti?

Forse è possibile anche una lettura più semplice: il merito è solo degli studenti e dei professori italiani. Non sembra possibile, infatti, pensare che riforme parziali o attuate solo nei primi anni dei diversi cicli, come quelle degli ultimi 15 anni, abbiano potuto produrre effetti tanto evidenti. La cosa più probabile è che i quindicenni italiani, con l'aiuto dei loro prof, in questi anni abbiano avuto il tempo di esercitarsi con batterie di test che dai banchi della scuola nostrana non passavano affatto. E, adesso, i risultati cominciano a vedersi