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Oltre 50mila in cattedra: ecco perché non finisce la stagione dei supplenti

Scuola, il piano straordinario delle assunzioni non cancella la prassi: uffici al lavoro per colmare i posti rimasti vacanti.

20/09/2015
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Il Messaggero

Di supplentite non si guarisce. Almeno per quest’anno. Le scuole hanno ripreso le lezioni da una settimana, ormai quasi in tutta Italia, ma gli uffici scolastici sono ancora alle prese con le supplenze e le chiamate dalle graduatorie di istituto. Una prassi consolidata da tempo ma che, quest’anno, secondo i piani del governo sarebbe dovuta essere cancellata dal piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola. Che cosa, allora, non è andato per il verso giusto? La cura non ha funzionato. Resta infatti il continuo ricorso alle supplenze che, dati alla mano, ha travolto è caratterizzato la fase B quasi per intero. Le immissioni in ruolo, realizzate nei tempi previsti dal Miur e prima dell’avvio dell’anno scolastico, sono state 29mila nelle prime due fasi 0 e A, tra fine luglio e inizio settembre, e 8522 con la fase B che inizialmente ne prevedeva 16210. Tutti i posti rimasti vacanti, ben 7688, saranno dati in supplenza ai docenti precari abilitati di II fascia ed esclusi dal piano di assunzioni.
IL FENOMENO
Non solo, saranno dati in supplenza anche le oltre 6000 cattedre, anche 6500, delle 8522 assegnate ai neoassunti. Si tratta infatti degli oltre 6000 neoimmessi che, assegnatari di una supplenza nella loro provincia, hanno scelto di restare supplenti vicino casa per un anno e tenersi la cattedra di ruolo per il prossimo anno scolastico. Una possibilità prevista dal Miur, per garantire la continuità didattica alle classi a cui è stato assegnato il supplente, e adottata dalla stragrande maggioranza dei neoimmessi per non spostarsi da una regione all’altra. Sono circa 7000 infatti i docenti coinvolti nella fase B, su un totale di 8766 proposte di assunzioni, a cui è stata assegnata una cattedra fuori regione. Dal Sud verso il Nord. Un fenomeno ben noto alla scuola italiana visto che lo scorso anno, come riportato dal ministro Giannini, furono 7700 i docenti che hanno chiesto di cambiare provincia in graduatoria spostandosi dal sud a nord. Quindi quest'anno poco cambia: ben 13500 cattedre resteranno infatti in mano ai supplenti, rispetto alle 16210 cattedre di ruolo previste dalla Riforma nella fase B. Resta inoltre il nodo legato ai vicepresidi che, esonerati dall’insegnamento, devono essere sostituiti da un supplente: una necessità inevitabile nelle 1500 scuole in reggenza, prive cioè di un preside ma assegnate al dirigente di un altro istituto, ma non solo visto che il vicario resta una figura importante in tutte le scuole. Potrebbero essere quindi 8mila i supplenti convocati in questi giorni, per sostituire il vicario esonerato dall’insegnamento, con contratto fino all’avente diritto: si tratta infatti di aspettare fino alla convocazione dei neoimmessi della fase C per il potenziamento da cui uscirà anche la figura del vicepreside. La fase C è pronta a partire: i presidi presenteranno le loro richieste, da domani fino al 5 ottobre, per avere circa 7 nuovi docenti per scuola. Saranno chiamati per ambiti disciplinari in base alle singole necessità e andranno a far parte, dal prossimo anno degli albi territoriali. Si tratta di una maxi-immissione in ruolo per circa 55mila precari che hanno già fatto domanda anche per partecipare alla fase B. Ma anche in questo caso tutti coloro che al momento della chiamata saranno impegnati in una supplenza, assegnata dall’inizio di settembre ad oggi, dovranno terminare l’anno da supplenti e saranno sostituiti, a loro volta, da altri supplenti.
IL PIANO DI MOBILITÀ
Proprio come sta accadendo nella fase B. Secondo stime sindacali potrebbe trattarsi di almeno altri 15mila neoassunti da sostituire. La scuola, quindi, quest’anno avrà in cattedra oltre 50mila supplenti scaturiti proprio dal piano straordinario di assunzioni: si tratta degli almeno 6000 neoassunti in fase b, che scelgono di restare supplenti per un anno e saranno sostituiti da altrettanti supplenti, a cui si sommano i circa 15mila neoimmessi della fase C, supplenti per un altro anno e sostituiti da altrettanti precari. Alla schiera vanno aggiunti i 7688 posti vacanti della fase B e i 1500, come minimo, per sostituire i vicepresidi. Si tratta quindi, come ha ammesso anche il ministro Giannini, di un anno di transizione per arrivare entro due anni alla cura dalla supplentite. Con buona pace della stabilità e delle famiglie che, il prossimo anno, dovranno salutare l'ennesimo supplente per accogliere un altro docente. Tra un anno infatti tutto cambierà di nuovo: è previsto il piano di mobilità straordinaria che mescolerà di nuovo tutte le carte.
Lorena Loiacono