“Ora scriviamo noi la riforma della scuola il ministro ci ascolti”
A Roma gli Stati generali promossi dall’Unione degli studenti Tra le richieste un nuovo sistema di voti e le carriere “alias”
FLAVIA AMABILE
Superare i voti, introdurre le carriere alias per gli studenti che non si riconoscono nel genere assegnato alla nascita, lo psicologo negli istituti e poi essere ascoltatie non considerati dei contenitori in cuiriversare nozioni.
Sono alcune delle proposte formulate durante il secondo giorno degli Stati Generali della scuola pubblica, evento lanciato dall’Unione degli Studenti, che ha vistocentinaia di ragazzi, oltre che realtà del mondo del sociale, riunirsi a Roma per confrontarsi con gli insegnanti-sindacalisti della Flc-Cgil e immaginare un nuovo modello di istruzione.
Più politico e introduttivo il primo giorno di lavoro con gli interventi di ActionAid, Fridays For Future, Libera e Arci e numerosi studenti, che hanno riportato le loro esperienze politiche territoriali.eri invece sono stati affrontati temi concreti che riguardano la vita quotidiana della scuola, dalla valutazione alle disuguaglianze, il benessere psicologico,il diritto il rapporto scuola – territorio, la rappresentanza studentesca. «Ho partecipato al tavolo sull’accesso allo studio e, in particolare, ai gruppi che avevano il compito di individuare le disuguaglianze con radici socio-culturali che riscontriamo nel percorso di formazione - racconta Sara Monti,secondo anno di lettere, fra i portavoce dell’Uds in Campania -. Le cause di disuguaglianza nelle scuole sono numerose. La nostra richiesta è di smettere di eleggere una singola esperienza e un singolo metodo di apprendimento come valido per tutti che è for temente patologizzante per chi ha bisogni educativi speciali o disturbi specifici dell’apprendimento.Chiediamo corsi tra pari per gli emigranti di prima e seconda generazione, le carriere alias garantite inogni scuola con riconoscimento del nome di elezione per tutte le identità transgender e in generale un’accessibilità strutturale degli edifici scolastici a chi porta handicap». Proposte su cui gli insegnanti si sono trovati d’accordo come conferma Manuela Calza, insegnante di scuola primaria,presente alla discussione. «La scuola si deve fare promotrice di politiche inclusive rimuovendo ogni discriminazione anche di genere che possa rappresentare un freno all’accesso alla conoscenza».
Armando Mastromartino frequenta il quarto anno di liceo classico a Rionero in Vulture in provincia di Potenza. Ha partecipato al tavolo sulla valutazione, quello che ha avuto il più alto numero di iscritti. «Abbiamo analizzato il carattere punitivo del voto. La nostra proposta è di mettere in campo una valutazione che sia soprattutto un confronto, un suggerimento tra discente e docente che parta dall’autovalutazione dello studente e si basi su un coinvolgimento reciproco non su una valutazione unilaterale eche non rappresenti la performance di quel momento ma dia l’idea di un percorso in atto e consenta agli studenti di capire e evitare infuturo glierrori». Anche in questo caso gli insegnanti presenti al tavolo hanno accettato le proposte. Massimiliano De Conca: «Per essere efficace la valutazione deve essere chiara, condivisae coerente,quindi condividiamo l’idea che debba essere uno strumento di miglioramento non di etichettatura».
Grande interesse ha riscosso anche il tavolo su salute e benessere psicologico. «I ragazzi ci hanno chiesto di essere ascoltati - racconta Alessandro Rapezzi -. Chiedono lo sportello psicologico riducendo l’aspetto medicalizzante e aumentando la funzione disupporto alla persona. Hanno ragione a chiedere ascolto ma bisogna intervenire sulla burocratizzazione della scuola che ci obbliga a compiere sempre più atti formali e a avere meno tempo-scuola».
Oggi la conclusione dei lavori. «Terremo un’assemblea plenaria - spiega Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti - in cui restituiremo quanto emerso dai tavoli di lavoro e presenteremo la nostra proposta di riforma della scuola pubblica a diversi parlamentari. La politica e il ministro devono ascoltarci e darci risposte, una volta per tutte».