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Paleari (Crui): fondi alle Università Dieci giorni al Miur per sbloccarli

presidente dei rettori: non sappiamo gli organici del 2014 e sui fondi sono cambiati i criteri. Le Università non sono in grado di fare il bilancio di quest’anno

18/07/2014
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Corriere della sera

«Siamo già in ritardo: ancora non sappiamo come saranno divisi i soldi del Finanziamento ordinario (Ffo) tra le diverse università e più di metà anno è passato». Lancia l’allarme Stefano Paleari, rettore a Bergamo e presidente della Crui: senza poter programmare le università rischiano di nuovo la paralisi amministrativa. «Ci avevano detto che a maggio avremmo saputo la ripartizione, poi giugno: ora entro luglio è necessario che si sappia di che cosa possiamo disporre». Anche perchè da quest’anno cambiano i criteri per la ripartizione dei fondi: la base non è più il bilancio dei singoli Atenei dell’anno precedente, ma i costi standard, cone aveva stabilito la riforma Gelmini. «E’ necessario che il nuovo criterio venga introdotto gradualmente altrimenti ci saranno Università che non riusciranno a coprire le spese, soprattutto non avendo potuto programmare o calcolare i nuovi finanziamenti. Ci potrebbero essere scompensi gravi», teme Paleari. Quest’anno i fondi non saranno ridotti rispetto allo scorso anno perché nella Finanziaria 2014 era stata aggiunta una copertura di 170 milioni per coprire il taglio dei finanziamenti previsto nel piano di tagli varato negli anni scorsi da Tremonti. «Ma nel 2015 - se il governo non troverà ulteriori fondi - il taglio ci sarà».

Anche il nodo delle assunzioni di docenti per il 2014 non è ancora stato sciolto. Il turn over quest’anno sarà complessivamente del 50 per cento, ma ancora non sono stati stabiliti i criteri di ripartizione dei posti disponibili: «Speriamo che sul reclutamento ci siano presto i criteri e soprattutto che non ci siano squilibri nelle assegnazioni tra i diversi Atenei». Infine, in periodo di tagli, Paleari chiede che sia risolta l’annosa questione dei Policlinici universitari: «Sono a carico del nostro settore gli stipendi di soggetti che lavorano esclusivamente per la Sanità: si parla di centinaia di milioni».