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Pass, precari, aule pollaio. Ecco i nodi che pesano sulla ripartenza della scuola

A venti giorni dalla prima campanella è ancora impasse sui controlli all’ingresso per il personale Soldi per i prof in più, ma solo fino a dicembre: sarà impossibile dividere le classi troppo numerose

25/08/2021
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la Repubblica

di Ilaria Venturi

Gli studenti in Alto Adige torneranno tra i banchi il 6 settembre, gli ultimi saranno quelli di Puglia e Calabria, il 20. Ma ormai ci siamo al grande rientro della scuola: imperativo del governo è al 100%. Niente Dad. Sarà così si chiedono le famiglie? Il Comitato priorità alla scuola conferma: manifestazione il 20 settembre con lo slogan “Le carenze strutturali non si vaccinano”. I presidi restano preoccupati. E ieri il chiarimento tra il ministro Bianchi e i sindacati non è andato benissimo. Nel rush finale rimangono nodi da sciogliere, sono nei dettagli e nelle interpretazioni di regole già stabilite in decreti, protocolli e note tecniche.
I timori dei dirigenti
Insegnanti e bidelli per entrare a scuola hanno l’obbligo del Green Pass, dovranno cioè essere vaccinati o farsi ciclicamente un tampone. Pena la sospensione, dopo cinque giorni, dallo stipendio, ha ribadito il ministro Bianchi al meeting di Rimini. Il controllo spetta ai presidi, che protestano: «Con le regole attuali si blocca la scuola». Lo spiega Alessandra Francucci, voce dell’Andis, associazione dei dirigenti scolastici: «Ci trattano come i ristoratori nei confronti dei clienti — osserva —. Per privacy possiamo prendere atto solo del Green Pass, senza sapere quando scade e se si riferisce a tamponi o alla vaccinazione, quindi va controllato praticamente ogni giorno. Come facciamo? Un intralcio pesante al regolare svolgimento dell’attività scolastica». Sulla stessa linea l’Anp. Bianchi, dopo un incontro tra i tecnici dell’Istruzione e della Salute lunedì, ha rinviato al Garante della privacy la richiesta di facilitare il controllo dei Green Pass nelle scuole, in particolare per il personale vaccinato. Ma al momento, secondo quanto anticipato a Repubblica , non sembrano esserci spiragli.
Vaccinazioni e tamponi
All’incontro di ieri con i sindacati si è consumata la rottura con la Uil Scuola che chiede tamponi gratuiti per tutto il personale scolastico non vaccinato. Bianchi ha tenuto il punto: solo per i docenti “fragili” esentati dal vaccino con certificato medico. Un punto caldo che creerà tensioni alla ripresa, anche rispetto alla gestione delle classi con casi positivi tra alunni con genitori vaccinati o no-vax. Il governo punta molto sul piano vaccinale (il personale scolastico non vaccinato va dal 19 al 6% a seconda delle Regioni, i ragazzi 12-19 anni con almeno la prima dose sopo poco sopra il 50%) e test salivari a campione a oltre 110mla studenti al mese. La Flc-Cgil chiede che gli screening siano estesi al personale.
Le quarantenedifferenziate
Sono differenziate secondo una circolare del ministero della Salute: in caso di un positivo in classe la quarantena sarà di 7 giorni per i vaccinati con doppia dose e di 10 per quelli che non hanno fatto la puntura. Dunque ci saranno ritorni in Dad scaglionati e saranno da gestire.
Un metro tra i banchi o no?
Il distanziamento di un metro tra “rime buccali” in aula non è più tassativo: va garantito “salvo che le condizioni strutturali-logistiche degli edifici non lo consentano”. Nel caso gli alunni devono tenere la mascherina, che comunque è già obbligatoria sempre a scuola, dai 6 anni in su. Tutto bene? La regola c’è, ma i presidi non sanno come muoversi, attendono direttive specifiche in particolare sulle classi da 28-30 studenti. La prossima settimana il Capo Dipartimento Stefano Versari li incontrerà Insegnanti e bidelli
Il punto più dolente. Quest’anno sono state anticipate le nomine in ruolo ed è corsa contro il tempo per il conferimento delle supplenze. Ma il nodo vero è sul personale aggiuntivo (ex Covid): sono stati appena ripartiti alle Regioni 422 milioni, serviranno per gestire l’emergenza e per il recupero degli apprendimenti. Ma saranno contratti solo fino al 31 dicembre, quando scade lo stato di emergenza. E non si potrà con questo personale sdoppiare le classi numerose o garantire la sorveglianza e le pulizie extra anti-Covid con i bidelli per tutto l’anno scolastico.
Il rebus mezzi pubblici
Le capienze dei mezzi sono state portate all’80%. Ma ancora mancano i piani dettagliati delle Regioni per potenziare il servizio, in particolare al mattino, e per scaglionare gli ingressi. Il ministro Giovannini incontrerà giovedì i governatori