Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Patroni Griffi: 4500 statali sono eccedenze

Patroni Griffi: 4500 statali sono eccedenze

Il ministro annuncia i numeri parziali.Mancano ancora 5mila dell’Inps. Ora il tavolo di gestione con i sindacati

14/11/2012
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Massimo Franchi

Che siano «eccedenze'', come li chiama il ministro Patroni Griffi, o «esuberi», come li definiscono i sindacati, la realtà è chiara. Tra il numero attuale di lavoratori pubblici e quelli stabiliti nella dotazione organica della Spending review ci sono già 4.515 unità di differenza, 4028 soprannumeri tra il personale dipendente e di 487 fra i dirigenti. I conti derivano dal taglio del 5 per cento tra i lavoratori e del 10 per i dirigenti previsti proprio dalla Spending review. E a questo numero, comunicato ieri mattina dal ministro ai sindacati, vanno aggiunti quelli di molte altre amministrazioni, prima fra tutti quelli dell'Inps, già quantificati in altri 5mila. Oltre a i lavoratori dei ministeri della Giustizia, degli Esteri e dell'Interno, gli enti parco, la Croce Rossa e le Forze Armate. Il ministro Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi nel pomeriggio ha voluto chiarire: «Non si tratta di licenziamenti>, ma di «circa 4mila eccedenze nella pubblica amministrazione che saranno gestite attraverso un esame congiunto con i sindacati». «Verificheremo i pensionamenti ordinari ha spiegato e i prepensionamenti, gli strumenti di flessibilità come il part time, la mobilità volontaria e quella obbligatoria per due anni con riduzione degli stipendi. Quando si arriverà a questa fase, si potrà parlare di esuberi veri e propri». Il tanto atteso numero degli esuberi era stato in verità anticipato dal ministro via twitter mentre era in corso l'incontro tra Patroni Griffi e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Nelle tabelle fornite dal ministero si mostrava come le eccedenze siano 4.028 su 94.249 lavoratori statali (3.236 nei ministeri, 126 negli enti pubblici di ricerca e 666 negli enti pubblici non economici) mentre ammontano a 487 le eccedenze dei dirigenti (48 sono i dirigenti in esubero di prima fascia, 439 quelli di seconda). I risparmi attesi da questa prima operazione di riorganizzazione della Pubblica amministrazione sono pari a 392 milioni: 342 milioni per il personale non dirigenziale e in 50 milioni circa per quello dirigenziale. Ora dunque inizierà la fase di gestione delle eccedenze e si aprirà un tavolo ad hoc con i sindacati. Gli strumenti che il ministro intende mettere in campo per gestire gli esuberi vanno dai pensionamenti e pre-pensionamenti per il personale più anziano fino alla mobilità volontaria, ai contratti di solidarietà con il part time e infine alla mobilità con retribuzione ridotta. I SINDACATI: CI SONO ANCHE I PRECARI I sindacati, al momento, sono preoccupati e giudicano «incomprensibili>, i dati forniti dal ministero. Dopo lo sciopero separato di Cgil, Uil e Ugl, ieri anche la Cisl è stata molto critica con il governo. Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno annunciano che utilizzeranno tutti gli strumenti utili per evitare licenziamenti. «Abbiamo chiesto di riconvocarci il prima possibile perché il tempo passa ed è in gioco il destino delle persone che lavorano e della Pubblica Amministrazione stessa>, ha detto il segretario confederale della Cisl, Gianni Baratta. A preoccupare i sindacati, poi, c'è anche la questione precari: entro fine anno sono in scadenza 400mila contratti, di questi ben 200mila riguardano la Pubblica amministrazione. «Sono dati parziali perché la ricognizione è teorica e incompleta e a cui seguirà una fase di verifica che deve condurre, entro metà 2013, a definire il numero di coloro che maturano il diritto a pensione, al pre-pensionamento e, successivamente, alla mobilità volontaria e guidata spiegano Nicola Nicolosi, Rossana Dettori e Domenico Pantaleo della Cgil . Noi abbiamo posto con forza il tema della precarietà, affrontando immediatamente la scadenza dei contratti in essere e degli interventi legislativi, in particolare nel Sistema sanitario nazionale».