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Per fortuna Fassina parla a scuole chiuse.

di Franco Labella

28/07/2013
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l'Unità

Avevo preannunziato un pezzo su Calderoli e lo ius soli, ora mi ritrovo a scrivere un pezzo su Fassina e la Scienza delle Finanze.
E’ l’effetto collaterale delle “larghe intese”: mentre stai lì a far notare le nequizie anche razziste della Destra arriva uno di Sinistra a dire cose sicuramente di “destra”.
Per dirla tutta: se le scuole fossero aperte e qualcuna delle mie studentesse mi chiedesse cos’è “l’evasione fiscale per necessità” di cui ha improvvidamente parlato ieri Stefano Fassina, esponente di punta del PD e viceministro dell’Economia, dovrei prenderla alla larga.
Perché è vero che Einaudi, docente di Scienza delle Finanze oltre che primo Presidente della Repubblica eletto, usava dire,  a proposito dell’imposizione tributaria, che “il contribuente va tosato e non scorticato”.
E’ altrettanto vero, però, che Einaudi la frase citata non l’ha detta nel 2013 nel paese con il più alto tasso di evasione fiscale dell’intera Unione Europea.
Il refrain per giustificare le “larghe intese” e le malintese difese di diritti violati come nella vicenda kazaka è che stiamo tutti nella stessa barca.
E’ di tutta evidenza che se si facesse una analisi della percentuale di evasione dei lavoratori dipendenti e dei pensionati (che sicuramente stanno peggio nelle loro “barchette” rispetto agli yacht dei grandi evasori) si scoprirebbe, senza grandi difficoltà, che sicuramente chi evade non lo fa per necessità.
Giusto ieri una persona che conosco ha ricevuto una nota dall’INPS, che gli eroga una ricca pensione da 500 € ogni due mesi, con la quale si chiede di comunicare il proprio reddito del 2012.
Peccato che la persona in questione abbia appena scelto (sbagliando secondo me, visto che non ha oneri deducibili o spese detraibili) di compilare il modello 730.
Evidentemente INPS ed Amministrazione finanziaria non comunicano (non oso pensare che la lotta all’evasione non efficace possa dipendere negativamente anche da questo)  ma il mio conoscente era stato convinto a compilare il 730 perché ritenuto meno complicato rispetto al modello RED.
E’ di altrettanta sicura evidenza (chi sta nella scuola lo verifica di frequente) che spesso i beneficiari persino di giuste provvidenze di origine costituzionale (dai buoni-libro alle borse di studio) spesso e volentieri sono figli di ricchi commercianti dall’ISEE dimagrito “per necessità”.
C’era perciò bisogno di questa uscita di Fassina?
Direi proprio di no perché non solo non rafforza la lotta culturale alla “cultura dell’evasione” ma anche perché vanifica gli sforzi di chi si occupa dell’educazione alla legalità nelle scuole.
Addirittura?
E certo perché io che ragiono quotidianamente con i miei studenti sul perché sia ingiusto evadere le tasse in una città come Napoli dove un contribuente su tre paga la TARSU, vorrei capire come faccio poi a smentire chi dice che non pagare le tasse è un atto di autodifesa contro lo Stato predone.
Possibile che un raffinato studioso ed esperto economico come Fassina non abbia valutato gli effetti della sua uscita?
Ma se Fassina la sua uscita l’avesse fatta tra un anno sapete quale sarebbe stato anche un risultato?
Che nessuno nelle scuole ne avrebbe potuto parlare perché fra un anno si completa il “nuovo” percorso gelminiano delle scuole superiori riordinate e lo studio del Diritto e della Scienza delle Finanze spariscono.
Fassina conosce il tema?
Conosce il sen. Roberto Ruta, Pd, ed il suo progetto di legge sulla reintroduzione dello studio del Diritto?
Bene allora faccia e dica una cosa di Sinistra: che studiare il Diritto nelle scuole serve anche per evitare che l’evasione fiscale sia giustificata con lo stato di necessità.
Sono concetti semplici ed hanno un pregio: sono concetti di Sinistra.
Se ce ne ricordassimo, forse, non ci sarebbe necessità di leggere articoli che servono a spiegare le differenze tra Destra e Sinistra
Anche se, comunque, oggi, evidentemente servono ed allora, nonostante siamo a luglio, tempo di vacanze e scuole chiuse, da bravo prof. ve ne consiglio, di articoli, uno recente.
E’ l’intervista di Stefano Rodotà

su Repubblica di tre giorni fa in cui si spiega con chiarezza perché sono importanti i diritti alla salute o all’istruzione.
Disgiunti, ci ricorda Rodotà, dai limiti economici e finanziari con cui si vogliono spiegare i tagli.
Sotto l’ombrellone, con o senza il wi-fi, trovate il tempo per leggerla.
Ne vale sicuramente la pena.
Parola di prof.