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Per il Sud scuole sempre aperte.

La ricetta del nuovo titolare di Trastevere per combattere dispersione e illegalità

20/12/2011
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ItaliaOggi
 
 
di Alessandra Ricciardi

Si dice convinto che le scuole debbano diventare centrali attive contro l'illegalità, perché solo così si combatte anche la dispersione scolastica. Nella ricetta del ministro dell'istruzione, Francesco Profumo, per il Sud c'è anche questo: una scuola sempre aperta, «che assicuri progetti di recupero ad hoc per gli studenti in difficoltà, risorse aggiuntive per la formazione dei docenti, ma anche più sport e mensa, in modo tale da tenere i ragazzi lontano dalle strade», dice Profumo a ItaliaOggi a margine della prima conferenza a Palazzo Chigi del nuovo governo che si è tenuta la scorsa settimana proprio per presentare il piano per il Sud (il testo è disponibile sul sito:www.italiaoggi.it/documenti). «Non ci sono nuove risorse», ha subito precisato il premier Mario Monti. «Rimoduliamo risorse già esistenti», rafforza il ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca, titolare del dossier.

 

Il piano per il Sud è infatti l'accordo con cui governo centrale e governi regionali, quelli delle regioni destinatarie dell'Obiettivo Convergenza del Fondo Sociale Europeo (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) cui si sono aggiunte Abruzzo, Basilicata e Sardegna, hanno deciso di utilizzare i fondi europei con una strategia unitaria. Per evitare di perderli ma anche di disperderli dietro a microprogetti. Alla scuola andranno complessivamente 974,30 milioni di euro dei 3,1 miliardi di euro per l'intero Mezzogiorno. Altri, circa 400 milioni, sono per l'agenda digitale. Gli obiettivi da raggiungere: aumento di dotazione di tecnologie per la didattica di 2.160 scuole, pari al 54% degli istituti del sud; riqualificazione di 1.620 edifici scolastici, pari al 45% delle strutture che non rispettano i requisiti di sicurezza; realizzazione di percorsi formativi per lo sviluppo di competenze di oltre 65 mila alunni, pari al 5% del totale degli studenti delle regioni convergenza. Sul fronte dei contenuti didattici, l'Istruzione punta a riformulare l'orientamento, concentrandolo in due passaggi: tra l'ultimo anno della scuola secondaria di primo grado e l'avvio del biennio dell'obbligo di istruzione e tra il biennio finale dell'istruzione secondaria di secondo grado e le scelte successive. «Occorre favorire l'incontro con il mondo del lavoro, delle professione e delle imprese», declina Profumo, che punta sulla formazione professionale manche post diploma. Per aiutare le scuole in difficoltà, sì al consolidamento dell'Invalsi e dunque dei processi di valutazione, in particolare delle scuole che hanno rendimenti più bassi e che potranno avvalersi del supporto di tema di esperti. L'opposto della ricetta anglosassone che fa seguire a bassi rendimenti il taglio dei finanziamenti.