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Per la scuola 400 milioni. Libri di testo, si cambia

Il premier: il diritto allo studio in primo piano

10/09/2013
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l'Unità

Luciana Cimino

Lo avevano annunciato già all'insediamento, ieri lo hanno concretizzato. Dopo quasi due lustri si torna a investire nella scuola pubblica. Certo, i danni causati dai tagli dei governi precedenti sono difficili da affrontare, ma l'esecutivo Letta ha cercato di dare almeno un segnale di inversione di tendenza. Il decreto legge approvato ieri in consiglio dei Ministri non a caso è stato intitolato «L'Istruzione riparte». Due gli obiettivi: salvare l'anno scolastico in corso e gettare le basi per le prossime riforme organiche. Gli interventi previsti dalla ministra per l'Istruzione, Maria Chiara Carozza (che si è detta «commossa e orgogliosa per aver riportato l'istruzione al centro dell'agenda politica») e il premier Letta riguardano tutti i settori del comparto grazie a uno stanziamento di 400 milioni di euro, coperti prevalentemente dall'accisa sugli alcolici. I primi fondi, dopo anni dì tagli per un ammontare complessivo di circa 10 miliardi di euro. «L'applicazione della Costituzione sul diritto allo studio è all'inizio del nostro provvedimento - ha spiegato il presidente - Ci interessa ricominciare a investire sulla scuola e l'istruzione dopo anni di tagli perché sono il centro per il rilancio del nostro Paese. Abbiamo messo a punto alcune prime risposte, ne verranno altre». Per prima cosa viene cancellato il contestato bonus maturità, già dall' anno in corso. Significa che le facoltà a numero chiuso che stanno somministrando i test di accesso in questi giorni non dovranno tenerne conto nel calcolo per l'ammissione. «Era di difficile applicazione e avremmo creato iniquità», ha ammesso Carrozza. Soddisfatte le associazioni di studenti che ne chiedevano l'abrogazione. «Finalmente è stato cancellato il bonus - ha dichiarato Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link (coordinamenti universitari) - uno strumento che avrebbe creato grandi discriminazioni. L'abrogazione rappresenta una grande vittoria derivante dalle tante iniziative di protesta degli studenti». Si interviene poi nuovamente sul caro libri. Il governo incentiva l'utilizzo dei libri usati e nel contempo cambia le regole i tetti di spesa. Da oggi saranno i dirigenti scolastici a vigilare sul rispetto del budget. Inoltre sono previsti 8 milioni di euro (2,7 per il 2013 e 5,3 per il 2014) per finanziare l'acquisto di test e e-book da parte delle scuole secondarie da destinare, in comodato d'uso, agli alunni in situazioni economiche disagiate. Sono invece 15 i milioni di euro a favore degli studenti «capaci e meritevoli ma privi di mezzi» di modo che, come prevede appunto il dettato Costituzionale, possano raggiungere il più alto livello d'istruzione. I fondi saranno assegnati sulla base di graduatorie regionali e serviranno a coprire le spese di trasporto e ristorazione. Altrettanti milioni (3,6 per il 2013, 11,4 per il 2014) serviranno per la lotta alla dispersione scolastica attraverso un Programma di didattica integrativa che contempla metodi didattici individuali e il prolungamento dell'orario per gruppi di alunni nelle realtà a rischio abbandono. 6,6 milioni anche per l'orientamento (1,6 per il 2013 e 5 per il 2014), «sarà coinvolto nel processo l'intero corpo docente e le ore extra saranno numerate», ha spiegato il Cdm. 100 milioni di euro saranno destinati alle borse di studio degli universitari con altri 6 milioni stanziati a favore degli studenti iscritti alle Istituzioni dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica. Altre novità riguardano l'estensione del permesso di soggiorno per chi studia nel nostro Paese (definita dalla ministra per l'Integrazione Kyenge «un grande passo per l'Italia»), il potenziamento delle ore di geografia generale ed economica con lo stanziamento di 13,2 milioni; poi 15 milioni, subito spendibili, per il wireless nelle scuole secondarie, con priorità alle superiori. Spiegano da palazzo Chigi che «gli studenti potranno accedere a contenuti digitali in modo rapido e senza costi»; il divieto di fumo (incluse le sigarette elettroniche) anche negli spazi aperti. Ma la parte più attesa del decreto riguarda le assunzioni. «Le nostre scuole sono in drammatica carenza - ha detto Letta - e la ripresa delle assunzioni è un fatto molto significativo». Il piano del governo punta a coprire il turn-over in tre anni con circa 42mila posti in più. Poi si stabilizzeranno 27mila docenti di sostegno (trasformando in organico di diritto le supplenze) e dal 2014 si comincerà ad assumere anche 16 mila (in tre anni) tecnici e amministrativi (Ata). Soddisfazione è stata espressa dai sindacati. «Il decreto va nella direzione giusta», ha detto la Cisl mentre Domenico Pantaleo, segretario generale Flc - Cgil parla di «primo passo avanti». «S'iniziano a raccogliere i primi frutti delle tante iniziative per ridare valore e dignità all'intero sistema della conoscenza». Dl «positivo » anche per Mattero Renzi, «se non si investe sulla scuola non si esce dalla crisi». «Fondamentali i provvedimenti sul welfare studentesco », commenta Valeria Fedeli, esponente Pd e vicepresidente del Senato. Un plauso al governo arriva da tutti i democratici mentre rimangono perplessi Sel e PdL