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Piano su mutui e affitti, assunzioni nella scuola

Pronto un decreto da 5 miliardi per rilanciare il settore. Aumentati gli insegnanti di sostegno

28/08/2013
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la Repubblica

Le misure
 
  
 
SALVO INTRAVAIA ROBERTO MANIA
ROMA
— Un piano da quasi 5 miliardi di euro per provare a rilanciare il mercato della casa. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, potrebbe presentarlo già oggi al Consiglio dei ministri. Un decreto per favorire l’acquisto della prima casa per le giovani coppie under 35, insieme ad alcune misure per sostenere il pagamento degli affitti da parte delle famiglie più svantaggiate. Mentre sarà un prossimo Consiglio dei ministri (probabilmente quello del 3 settembre) a varare un “pacchetto scuola”: allargamento dell’organico relativo agli insegnanti di sostegno, soluzione alla questione dei docenti inidonei e una norma salva-presidenze.
I tecnici del ministero delle Infrastrutture lavoreranno tutta questa mattina per inviare il piano casa all’esame del Consiglio dei ministri del pomeriggio. Nel piano sarà decisivo il ruolo che giocherà la Cassa depositi e prestiti. Perché una delle principali ragioni che ha portato al blocco
della compravendita di immobili (Nomisma stima che il 2013 terminerà con un ulteriore calo del 6 per cento delle attività) c’è la chiusura dei rubinetti da parte delle banche per l’erogazione dei mutui. L’Ance, l’associazione dei costruttori, ha calcolato un crollo del 63,5 per cento nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2011. Le banche non concedono i mutui e quando lo fanno richiedono super-garanzie e impongono requisiti rigidissimi fino a chiedere il pagamento di circa il 40 per cento del valore dell’immobile. Prima della crisi la percentuale si fermava intorno al 15. Gelata, dunque, nel mercato dell’abitazione, con centinaia di migliaia di posti di lavoro che sono saltati e aziende che non alzano più la saracinesca. Ma senza la ripartenza dell’edilizia è difficile immaginare che il nostro Pil possa rivedere davanti il segno più.
Gli istituti di credito non concedono più i mutui a soggetti che non siano iper solvibili. Non rischiano più, anche per via dei vincoli europei. Ma a garantire indirettamente l’affidabilità delle giovani coppie (o anche dei single) ci sarà, appunto, nel piano del ministro Lupi, che riprende un progetto già abbozzato dal suo predecessore, Corrado Passera, la Cdp. Dopo alcune resistenze hanno accettato questa impostazione sia l’associazione dei banchieri (il cambio della guardia alla presidenza con Antonio Patuelli, proveniente dalle file dei piccoli banchieri, è stato decisivo) sia il titolare dell’Economia, Maurizio Saccomanni. E
il meccanismo dovrebbe essere il seguente: gli istituti di credito — un po’ come ai tempi delle cartelle fondiarie che negli anni Sessanta contribuirono al boom economico — emetteranno obbligazioni per erogare i mutui, garantite dalla Cassa depositi e prestiti, in sostanza dallo Stato.
Slitta alla prossima settimana
invece il pacchetto scuola che è stato stralciato dal decreto D’Alia sulla Pubblica amministrazione. Dovrebbe esserci l’incremento degli insegnanti di sostegno, da tempo una richiesta delle famiglie degli alunni disabili. L’attuale organico di diritto è composto da 63mila docenti in pianta stabile più 38mila supplenti che cambiano
ogni anno scuola e alunno. Il decreto dovrebbe innalzare da 63mila a 79-81mila la quota di organico di diritto per dare stabilità ad uno dei settori più delicati della scuola. Un’altra misura dovrebbe riguardare l’ormai annosa questione dei tremila docenti inidonei per motivi di salute che il governo ha retrocesso al rango
di assistente di laboratorio e assistente amministrativo, bloccando le assunzioni in questi due profili. Il decreto dovrebbe riportare in biblioteca i tremila inidonei e sbloccare l’assunzione di 3.200 unità di personale non docente. C’è infine la grana delle reggenze. In Lombardia, quest’anno, per l’annullamento del
concorso a preside bandito nel 2011 da parte dei giudici ammini-strativi, 473 presidenze — il 41 per cento — saranno assegnate ad altrettanti capi d’istituto reggenti: che guidano già un’altra scuola. Una situazione che appare insostenibile e per la quale il governo sta cercando una soluzione