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Più lingue, storia dell'arte, cinema Ma solo se bastano le risorse vigenti

Le scuole dovranno trovarsi i finanziamenti aggiuntivi

26/05/2015
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ItaliaOggi

 di Angela Iuliano 

Potenziare la didattica a costo zero in una proliferazione di materie. A scorrere le novità per la didattica nella riforma la Buona scuola, su cui domani inizieranno le audizioni informali in commissione istruzione al senato, la precisazione «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica» è quasi un tormentone. Tranne, di fatto, per l'alternanza scuola-lavoro, per la didattica laboratoriale e l'innovazione digitale, su cui il Miur, al contrario, stanzia risorse: 100 milioni annui dal 2016 per la prima; 30 milioni all'anno dal 2016 per entrambi le altre due attività, a cui si aggiungono 90 milioni quest'anno presi però dal Fondo di funzionamento 2014.

Le scuole, quindi, potranno contare sulle risorse che avranno a disposizione o che riusciranno a trovare. Enti pubblici e privati, istituzioni, aziende interessate al potenziamento dell'offerta formativa delle scuole dovranno, quindi, valutare la possibilità di mettere mano al portafogli. Tra le ultime arrivate nel ddl approvato alla camera, all'art. 3, le iniziative alle medie e alle superiori per promuovere la conoscenza delle tecniche di primo soccorso. Ma è l'art. 2, quello sull'autonomia scolastica, a fare il pieno di nuove materie. Non solo l'inglese e le altre lingue dell'Unione europea, ricorrendo anche all'utilizzo del Clil (insegnamento in lingua di una materia non linguistica), ma anche l'italiano, le competenze matematico-logico e scientifiche. Non solo la pratica e la cultura musicale, ma anche arte e storia dell'arte, cinema, tecniche e media di produzione e diffusione delle immagini e dei suoni, coinvolgendo musei e istituti pubblici e privati operanti in questi settori. Se si potenziano discipline motorie, educazione fisica e sport, non si tralascia lo sviluppo di uno stile di vita sano, l'educazione a un'alimentazione corretta, sostenibile per l'ambiente e che valorizzi le tradizioni agroalimentari locali. Tra le competenze digitali si punta su pensiero computazionale e uso critico e consapevole dei social network e dei media, ma anche produzione e legami con il mondo del lavoro. Non si trascura la prevenzione e il contrasto di ogni forma di discriminazione e di bullismo, anche informatico. E poi, legalità, beni paesaggistici, patrimonio e attività culturali. Si potenziano le conoscenze giuridiche, economico-finanziarie e di educazione all'autoimprenditorialità. Si pensa alla dispersione scolastica, all'inclusione degli alunni Bes, all'alfabetizzazione e al perfezionamento dell'italiano L2 per gli studenti d'origine immigrata.

Una didattica che cambierà l'offerta formativa delle singole scuole, ma «nel rispetto del monte orario degli insegnamenti», non si saranno cioè ore di materie aggiuntive, «tenuto conto della quota di autonomia dei curricoli e degli spazi di flessibilità», ricorrendo all'organico dell'autonomia. Il tutto da realizzare sempre «nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».


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