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Possiamo permetterci una Rinascita per la scuola milanese?

Tagli, insulti, bugie piovono addosso alla nostra scuola con continuità scientifica con un metodo implacabile. Siamo nel mese di maggio e il Direttore regionale Colosio, come lo sceriffo di Nottingham, fa l’esattore e riscuote il bottino per conto dell’imbarazzante ministro dell’istruzione

30/05/2011
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ScuolaOggi

Attilio Paparazzo

Cosa accade alla scuola milanese? Cambia il vento?…e come potrebbe?
Tagli, insulti, bugie piovono addosso alla nostra scuola con continuità scientifica con un metodo implacabile. Siamo nel mese di maggio e il Direttore regionale Colosio, come lo sceriffo di Nottingham, fa l’esattore e riscuote il bottino per conto dell’imbarazzante ministro dell’istruzione.
Lui svolge il “lavoro” con gusto, sembra che nella sua vita non abbia mai fatto altro. In questi ultimi anni, però, sta dando il meglio di sé, interpretando il ruolo che Gelmini gli ha assegnato, non solo tagli orizzontali alla scuola, anche peggio: costruzione di una filosofia del taglio.
Vien da pensare che ne abbia un bisogno fisiologico, una specie di dipendenza da cui non riesce a disintossicarsi. Ha costruito intorno a sé uno staff che soffre con lui per diffondere il “verbo”: il taglio è necessario, serve al paese, tutti devono desiderare il taglio. I dirigenti scolastici che non si allineano producono sofferenza al Direttore scolastico regionale, anche loro “senza cervello”, si privano della bellezza estetica del taglio.

Ecco i risultati a Milano per l’anno scolastico 2011/12:
• 936 insegnanti in meno nella scuola primaria
• 800 insegnanti in meno nella secondaria
• 750 posti in meno per il personale ATA

I numeri acquistano un sapore ancora più significativo se si considera che il prossimo anno ci saranno 4000 alunni in più nella scuola milanese, dato che avrebbe giustificato un incremento di posti; invece… “il paese ha bisogno di sacrifici”.
Il Direttore scolastico “esattore” può andar fiero, in tre anni di tagli ha fatto strame della scuola
pubblica. Che bisogno c’era del tempo pieno nella scuola elementare?
E perché mai lamentarsi, in classe non ci possono stare 28 e 30 e più allievi?
Non vorrete certo dar retta alle ASL che certificano tutti quegli alunni diversamente abili?
I laboratori non servono e se ci sono è meglio tenerli chiusi, sarà patrimonio museale;
Le scuole serali sono pericolose, distraggono i lavoratori… che si riposino!
E se mancano i bidelli… non vorrete certo farne una malattia! A che servono?
La scuola di qualità non è nel programma del governo. E nessuno ha preso sul serio la coppia Gelmini – Colosio sproloquiante su eccellenze e il merito? E dove li avrebbero presi i soldi?
Adesso, invece, ora che il taglio orizzontale ha fatto giustizia delle velleità dei Costituenti, regna un
ordine sublime. Anzi, per la verità c’era ancora un fastidioso sassolino nella scarpa sinistra di Colosio: la scuola media Rinascita.
Rinascita, una micro scuola che insieme a due scuole simili a Genova e Firenze svolgeva da anni
(1974) ricerca didattica, una scuola laboratorio, una sperimentazione metodologico-didattica e
strutturale. Una scuola unica in Italia, unica sopravvissuta. Confermata sperimentale persino dall’allora ministro Moratti, ai sensi dell’art. 11 del DPR 275/99. Una scuola tutorata a livello accademico, approvata dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, premiata con l’Ambrogino d’oro, curata con amore da tutto il personale e da studenti e genitori… a Colosio stava proprio sullo stomaco.
Non aspettatevi che il Direttore vi spieghi il perché ha espresso parere negativo alla sperimentazione; in viale Trastevere era tutto pronto e tutto andava per il Sì… ma ecco che arriva Colosio e zac, zac si taglia.
A Rinascita non ci ha mai messo piede, capirci qualcosa non è affar suo.
Povera scuola pubblica lombarda! Giace all’ultimo posto tra le regioni italiane per tasso di frequenza della scuola secondaria dei giovani tra i 14 e i 18 anni. Colosio ne va orgoglioso.
Cambia il vento? Non ancora in via Ripamonti, ma si è messo in marcia e fischia forte.

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