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Professori, al Nord i vuoti maggiori. Banchi a settembre solo per le elementari

Banchi e prof, prof e banchi. A 10 giorni dalla riapertura delle scuole, gira e rigira sono questi i nodi principali in vista del ritorno in classe

04/09/2020
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Il Sole 24 Ore

Eugenio Bruno e CLaudio Tucci

Banchi e prof, prof e banchi. A 10 giorni dalla riapertura delle scuole, gira e rigira sono questi i nodi principali in vista del ritorno in classe. Da un lato, balzano agli occhi le 60mila le cattedre rimaste vacanti dopo il primo giro di assunzioni a tempo indeterminato, con un picco in Lombardia e Piemonte dove è andata a vuota un’immissione in ruolo su quattro. Dall’altro, fa notizia la proposta dell’associazione presidi (Anp) di fare lezioni sulle sedie o a distanza (ma solo alle superiori) finché i nuovi arredi non verranno consegnati. Tutto ciò mentre il Consiglio dei ministri di ieri ha esaminato un decreto che - oltre a stanziare 34 milioni per edilizia scolastica - dà seguito all’intesa politica di lunedì scorso con le autonomie e ristora Regioni e Comuni dei maggiori oneri per trasporto pubblico e scuolabus collegati alle misure anti-contagio da introdurre, consentendo loro di attingere alle risorse già previste nel decreto Agosto.

Partiamo dai banchi. Per il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, le scuole che il 14 settembre, quando la prima campanella suonerà in gran parte d’Italia (ma non in Campania che è sempre più orientata ad aspettare il 24 settembre), non avranno ancora ricevuto i banchi monoposto «potranno sostituire i biposto con le sedie distanziate di un metro oppure valutare la didattica a distanza»; un’eventualità che, secondo le attuali regole dettate dal ministero dell’Istruzione, vale però solo per le superiori. Le sue parole seguono di qualche ora la lettera con la road map delle consegne che Arcuri ha inviato a tutti i dirigenti scolastici interessati.

A proposito della fornitura di 2,4 milioni di sedute monoposto partita il 28 agosto con Alzano, Nembro e Codogno, il commissario straordinario ha specificato che nel mese di settembre verrà «soddisfatto tutto il fabbisogno delle scuole primarie dell’intero territorio nazionale», tranne una piccola quota destinata a Lazio, Campania e Sicilia - che hanno presentato una richiesta «significativamente maggiore» - e agli istituti comprensivi di tutta Italia, fatta eccezione per Puglia, Calabria e Sardegna, dove le lezioni partiranno più tardi. Nelle secondarie di I e II grado, invece, una prima parte di arredi arriverà questo mese, «a partire dalle aree più colpite dal Covid». Un’altra, più cospicua, seguirà nella prima metà di ottobre. Per concludersi, alla fine del mese prossimo, con le superiori delle aree da cui sono arrivate più richieste.

Dai banchi alle cattedre il passo è breve. Ma l’urgenza, è la stessa. Secondo le ultime stime della Cisl Scuola su 84.808 posti autorizzati per essere coperti a tempo indeterminato, con la procedura ordinaria delle immissioni in ruolo (50% Gae, 50% concorsi) ne sono andate a buon fine appena 24.534, vale a dire il 29% (si veda Il Sole 24Ore del 29 agosto). Quasi 60mila posti da coprire ed è impossibile che ci si riesca con la “call veloce” introdotta quest’anno. I tempi supplementari delle assunzioni voluti dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che consentono ai precari desiderosi di conquistare il ruolo di spostarsi dalla propria regione (restando però 5 anni nella scuola di titolarità), si sono conclusi martedì. Ancora non si sa con quante adesioni ma a giudicare dalle prime indiscrezioni (una cinquantina in Toscana e una trentina in Piemonte).

Dunque si resterà molto vicini a quota 60mila vuoti d’organico. È presumibile che i contratti a tempo determinato tocchino un nuovo picco: ai 190mila circa preventivati, se ne aggiungeranno altri 50mila, una quota delle 70mila assunzioni aggiuntive temporanee previste dal governo, con lo stanziamento di circa 2 miliardi (i restanti 20mila sono personale tecnico-amministrativo, sempre da assumere a termine). Ma dal ministero respingono l’idea che il 2020/21 sarà caratterizzato da un boom di supplenze. Tra cattedre scoperte e deroghe (sia su sostegno che su posti comuni), secondo viale Trastevere, anche quest’anno ci si assesterà sui 130-140mila supplenti a settembre. Più le eventuali deroghe che arriveranno fino a dicembre. Ma quello è un altro discorso - è il ragionamento del dicastero - così come i 50mila supplenti dovuti all’emergenza coronavirus.