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Profumo ai sindacati “Sbloccati gli scatti”

ISTRUZIONE, AUMENTANO I FONDI E VIA AI TIROCINI

23/12/2011
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La Stampa

Elena Lisa

La prima notizia è sul clima in cui si è svolto il primo incontro tra i sindacati della scuola e il nuovo ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo: dopo un lungo periodo di difficile intesa, nel corso dell’ex governo Berlusconi, oggi le parti tornano a parlare di «distensione».

La seconda riguarda gli impegni presi dal dicastero di viale Trastevere con le sigle di categoria: sblocco degli scatti di anzianità - fermi dal settembre scorso -, aumento del 54 per cento dei fondi per il funzionamento degli istituti - nel 2012 si passerà da 130 milioni di euro a 200 - e partenza dei «tfa», i tirocini attivi formativi. «È stata la prima riunione - ha spiegato il ministro al termine dell’incontro -. C’è stata grande collaborazione. Ho presentato ai sindacati sei-sette punti sui quali lavoreremo nel prosieguo del confronto avviato». Tra gli argomenti in discussione anche il progetto «Scuole in chiaro», la mobilità del personale Ata e il «Piano per il Sud». Poi si è parlato del nuovo concorso per insegnanti già annunciato nei giorni scorsi. Va detto che per il recupero degli scatti di anzianità l’ultima parola spetta al dicastero dell’Economia, anche se il ministero dell’Istruzione si sente di garantire l’esecutività del piano: a essere riversate sugli scatti saranno risorse prelevate da quel 30 per cento di risparmi ottenuti grazie alla razionalizzazione dell’intero comparto. Per ciò che riguarda invece l’incremento delle risorse destinate al funzionamento delle scuole aspetto che rientra nel potenziamento dell’autonomia scolastica -, l’impegno sarebbe già concretizzabile.

Nell’arco della giornata Profumo ha voluto chiarire altri punti. A proposito della discussa riforma Gelmini, ha detto che alcuni aspetti del programma «possono essere migliorati ma occorre portare a regime quello che è stato fatto, poi si possono introdurre miglioramenti», aggiungendo che «i transitori sui transitori non funzionano». E sull’ipotesi di «nuove tasse» ha voluto rasserenare gli animi di studenti e genitori: «Non credo che ora il Paese possa pagare tasse universitarie più alte».