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Profumo di elezioni e Repubblica fa propaganda

ovvero un inutile (e dispendioso) concorso a fini ideologici ed elettorali

25/08/2012
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PINO PATRONCINI

Che Repubblica straveda per il Montismo e per la sua prosecuzione anche dopo le elezioni non è un mistero. Per fare ciò non esita a blandire tutti i fenomeni che ritiene possano far presa sull’imma...
ginario collettivo: il giovanilismo, la meritocrazia ecc. E a volte spara anche cifre, che solo il giornale di Scalfari riporta. Questa è una di quelle: Repubblica di oggi ci parla di un concorso a 30.000 posti nella scuola.
Il concorso ci sarà, sarà bandito il 24 settembre, ma in realtà, come dicono tutti gli altri giornali, sarà a poco meno di 24.000 posti, anzi per essere esatti poco meno di 12.000, perché gli altri 12.000, in virtù di una vecchia “regola del 50%” , tuttora in vigore, andranno alla graduatoria ad esaurimento ( già graduatoria permanente) dove stazionano circa 200.000 docenti abilitati ( alcuni anche già in ruolo in altre discipline).
Tutti i giornali sottolineano che erano 13 anni che non si faceva un concorso e sinceramente non si può essere che contenti che, di questi tempi soprattutto, si pensi ad assumere e stabilizzare un po’ di personale. Ma per fare ciò serviva un concorso, con relative spese e distrazione di insegnanti dai loro compiti normali?
No, non era necessario!
Il nuovo concorso, a differenza di quello di 13 anni fa , è aperto ai soli docenti già abilitati. Ma chi sono i docenti già abilitati? Sono quelli al 99% inseriti nella graduatoria ad esaurimento. I non inseriti sono quattro gatti che sono fuori per dimenticanza o per mancato rinnovo della conferma dell’iscrizione alcuni anni fa. Quelli di nuovo pelo (circa 15.000) devono ancora incominciare i loro corsi abilitanti (TFA) e li finiranno se va bene solo per maggio 2013 e quindi non rientrano in questo concorso. E allora a che serve in concorso se questi una abilitazione ce l’hanno già e se una meccanismo di reclutamento ce l’hanno già? In pratica succederà questo: fatte le debite differenze e compensazioni tra le diverse materie i primi 12.000 entreranno in ruolo “ope legis” per graduatoria , gli altri circa 188.000 “si sfideranno” per i restanti 12.000 posti. Una guerra tra poveri potremmo dire. Ma che ci costerà.
Quanto? Facciamo un conto: pur essendo appena 12.000 i posti in lizza parteciperanno dunque circa 200.000 persone ( ma il numero potrebbe raddoppiare tenuto conto che si può partecipare a più concorsi) e ammettendo che ogni commissione ne curi 200 ci vorranno un migliaio di commissioni, ognuna formata da tre commissari, esonerati per un anno (tanto dura normalmente un concorso) dall’insegnamento e sostituiti da un supplente.
Insomma tremila insegnanti ( e tremila supplenti in più) : solo così il costo sarebbe di 120 milioni di euro. Insomma non era questa forse una materia da spending review, tenuto conto che la graduatoria per assumere c’era già, il titolo abilitante anche e la gamma dei docenti è la stessa?
Perché fare questa spesa inutile? Solo per far parlare di sé i giornali in previsione delle prossime elezioni? Solo perché il 200millesimo possa diventare primo e il dodicimillesimoprimo restare a bocca asciutta e riaffermare così un principio meritocratico tra persone che da anni sono nella stessa graduatoria? Solo per la speranza giovanilistica che almeno uno di questi 12.000 su 200.000 abbia meno di 35 anni ( la graduatoria esiste dal 1991 e, salvo eccezioni, non è stata più rinnovata dopo il 2007) ? Non è un po’ alto il prezzo da pagare? (sia ben chiaro: ammesso e non concesso che il principio meritocratico affermato con questa guerra fra poveri sia giusto).
Il ministero ha sicuramente pensato a queste obiezioni. Infatti che escamotage ha trovato? Non solo la prova scritta e la prova orale come nei concorsi tradizionali, ma anche un test selettivo come prima prova, in modo da sfoltire subito le fila. Già! Peccato che l’ultima volta (un mese fa!) il ministero abbia dovuto annullare in alcune discipline fino 20-25% dei quesiti perché o erano sbagliate le risposte o persino le domande, sicchè per superare il test bastava rispondere a una domanda su tre, senza contare la sequela di ricorsi in cui il ministero è tuttora impegolato. Così quello che si risparmierà in commissioni lo spenderà l’avvocatura dello stato.
E io pago!