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Promossa in chimica, rimandata in economia ecco la prima pagella della ricerca italiana

I voti dell’Agenzia del ministero ad atenei e istituti. Bocciato il Cnr

17/07/2013
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la Repubblica

ELENA DUSI
ROMA
— La ricerca scientifica in Italia da oggi ha le sue pagelle. Enti di ricerca, università e singoli scienziati hanno ricevuto un punteggio in base alla qualità del loro lavoro. Da questo “voto” si partirà d’ora in poi per assegnare una parte dei finanziamenti pubblici alla ricerca: la quota cosiddetta “premiale”. Nel 2013 il ministero dell’Istruzione e della ricerca scientifica ha stanziato 6,69 miliardi di euro per la scienza svolta nelle università. Il 7 per cento di questo fondo (540 milioni) rappresenta la quota “premiale”. Verrà cioè distribuita alle varie istituzioni in base alla qualità del lavoro. «L’Italia entra nell’Europa della valutazione. È una rivoluzione al servizio dei cittadini» ha detto ieri la titolare del ministero, Maria Chiara Carrozza, presentando i primi dati dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca.
Storia lunga e travagliata, quella dell’Anvur. L’Agenzia è stata istituita nel 2006 e il suo lavoro è
costato intorno ai 10 milioni di euro. Ma era dal 1999 che l’Italia tentava di dotarsi di un ente per la valutazione della ricerca, con commissioni prima varate e poi naufragate. Sei anni e mezzo dopo la sua nascita — tempo necessario per assegnare un punteggio a 184 mila fra articoli scientifici, monografie, saggi, atti di convegni, brevetti, traduzioni, cartografie prodotti dagli scienziati italiani fra 2004 e 2010 — l’Anvur ha presentato ieri i suoi risultati. In un rapporto monstre ha digerito, sintetizzato e ordinato in tabelle centinaia di parametri. Risultato: il sito dell’Agenzia ieri ha avuto un collasso, ma l’Anvur ha guadagnato il plauso di quanti ritenevano non più rinviabile la misurazione del merito dei ricercatori. «Si tratta del più grande esercizio di valutazione a livello internazionale» spiegano i responsabili dell’Agenzia. Manca ancora l’ultimo passo, che il Miur promette di compiere entro l’estate: decidere a quale, fra i tantissimi punteggi sfornati dall’Anvur, verrà ancorata la distribuzione dei fondi premiali.
Ogni ricercatore delle 95 università e dei 12 enti di ricerca suddivisi in 14 aree scientifiche ha dovuto sottoporre all’Anvur le sue migliori pubblicazioni scientifiche. A valutarle sono stati chiamati 450 esperti, coadiuvati da 15mila revisori. Fra i settori in cui l’Italia ha basi più solide spiccano chimica, fisica, ingegneria industriale e dell’innovazione. Meno buoni i voti per le scienze economiche, sociali e politiche. Tra le università, le performance degli atenei del nord sono mediamente migliori. A brillare è Padova, che ottiene il punteggio più alto in 7 delle 14 aree di ricerca valutate. Tra gli enti, si conferma il buon funzionamento del-l’Istituto nazionale di fisica nucleare e dell’Istituto italiano di tecnologia. Punteggi inferiori alla media per l’istituzione più grande del paese, il Consiglio nazionale delle ricerche, ente da 8 mila dipendenti e un miliardo di budget. La prossima valutazione è prevista fra cinque anni.