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Promossi e bocciati. La Statale di Milano superata dalla Bicocca Il rettore: criteri distorti

Nessuna eccellenza nei settori chiave

17/07/2013
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Corriere della sera

MILANO — La «figlia» che supera la «madre», l'allieva che arriva prima della maestra. Pare che sul fronte della ricerca l'università di Milano-Bicocca, nata all'inizio degli anni Novanta per volontà della Statale, abbia surclassato l'ateneo che l'ha creata (e dal quale si è resa autonoma nel 1999). A rivelare il superamento è proprio l'indagine dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario (Anvur): secondo l'analisi, condotta in 95 università italiane sulla base di 14 aree disciplinari, la Bicocca si è piazzata seconda per qualità della ricerca nella classifica dei 32 grandi atenei. La Statale, invece, nello stesso ranking è solo decima.
«Una graduatoria un po' bizzarra — è il commento a freddo del rettore della Statale Gianluca Vago —. Premetto che devo ancora valutare con attenzione l'analisi Anvur, ma leggere che il Politecnico di Milano si colloca all'undicesimo posto e la Sapienza di Roma al ventunesimo mi fa pensare che i risultati siano fortemente legati ai particolari criteri utilizzati dall'Anvur».
L'agenzia ha valutato la ricerca degli atenei applicando la regola dei «lavori attesi», che prevede tre prodotti per ogni ricercatore. Quelli effettivamente realizzati sono stati poi giudicati in base a «rilevanza, originalità e grado di internazionalizzazione».
Il rettore Vago appare un po' perplesso: «Non cerco giustificazioni né parlo in tono polemico: che vi sia un'indagine nazionale sulla qualità della ricerca è una cosa molto positiva, ma la valutazione dovrebbe avvenire nel modo il più possibile condiviso. Credo che questa indagine, per i parametri che utilizza, appiattisca i risultati sulla performance media degli atenei. Ciò detto, esaminerò gli esiti con grande attenzione».
Secondo Anvur l'università Bicocca ha raggiunto livelli eccellenti di ricerca in Sociologia e livelli elevati (nel primo quarto della classifica nazionale) in altri sei settori (Scienze statistiche ed economiche, Scienze storiche filosofiche e pedagogiche, Scienze dell'antichità filologico-letterarie e storico-artistiche, Scienze biologiche, Scienze della terra, Scienze chimiche). La Statale, invece, non presenta eccellenze: sta nel primo quarto della classifica in Scienze dell'antichità filologico-letterarie e storico-artistiche, Scienze giuridiche, Scienze economiche e statistiche, Scienze sociali e politiche. Ma si colloca nella parte bassa in Scienze chimiche. «Risultati opposti a quelli emersi dalla nostra indagine interna — ragiona Vago —. A noi risulta di produrre ottima ricerca in farmacia, bioscienze e medicina e di avere invece docenti meno produttivi proprio in quei settori che Anvur ha valutato come buoni». E del sorpasso, che ne pensa? «Bicocca lavora molto bene, su questo non avevo dubbi».
Dall'altro ateneo statale milanese si dicono molto soddisfatti: «L'indagine Anvur dimostra che aver puntato sulla ricerca paga: destiniamo le risorse interne sulla base della produttività dei dipartimenti quasi il 50% del nostro organico è rappresentato da ricercatori — spiega Marcello Fontanesi, rettore della Bicocca con il mandato in scadenza ad ottobre — Ma non vogliamo fare confronti con le altre università».
Tra gli atenei milanesi, dopo il Politecnico (undicesimo) si è piazzata la Cattolica (17esima). Il San Raffaele è quarto nella graduatoria delle università medie, la Bocconi nona, lo Iulm quattordicesimo.
Alessandra Dal Monte