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Provincia di Lecco-SCUOLA "Difendere il valore del tempo pieno"

SCUOLA "Difendere il valore del tempo pieno" L'hanno definita "manifestazione strumentale" quella di sabato 17 gennaio, a Roma, a favore del mantenimento del tempo pieno nella scuola di base. E giù...

16/02/2004
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La Provincia di Lecco

SCUOLA "Difendere il valore del tempo pieno" L'hanno definita "manifestazione strumentale" quella di sabato 17 gennaio, a Roma, a favore del mantenimento del tempo pieno nella scuola di base. E giù una pioggia di giustificazioni risibili: ma non è vero, noi abbiamo dato tanti soldi alla scuola pubblica (tanto i cittadini comuni, in televisione, non possono comparare dati, che di per sé possono essere anche veri, ma inutili se non paragonati a quelli dei precedenti bilanci e soprattutto a quanto stanziato a favore della scuola privata), il tempo pieno non si tocca, resterà gratuito (e ci mancherebbe pure che diventasse a pagamento, quasi a dire che per non diventare cittadini di serie B occorra pagare, oltre alle tasse, anche la tangente per la qualità). Ho lavorato una vita in una scuola a tempo pieno, ne ho condiviso, negli anni settanta, le ingenuità, ma è innegabile che le scuole a tempo pieno siano state fucina di sperimentazioni di valore e palestre di partecipazione (e quindi di libertà) e di democrazia. Dentro una scuola a tempo pieno ho discusso coi genitori, di tutte le professioni e di tutte le estrazioni politiche, a proposito di modelli educativi, riconoscendo il valore della ricerca e del confronto; ho motivato quelle pratiche didattiche che risultavano sconosciute perché innovative. Posso dire, senza tema di essere smentita, che molte scuole a tempo pieno sono state modelli di comunità educante, capaci di rapportarsi al sociale e alle Istituzioni (...). Un'ultima contraddizione da segnalare a un ministro donna che fa esattamente (almeno finora) il contrario di quello che proclama. Per innalzare il livello di competenze degli alunni, uno degli strumenti significativi è rappresentato dal tempo (mi trova assolutamente d'accordo l'introduzione precoce della seconda lingua, e vada per l'inglese; così come la proposizione e l'uso del computer, da non enfatizzare: è una nuova lavagna, non sostituisce l'esperienza corporea e la manipolazione, attivatrici di processi e modelli mentali). Per esperienza diretta, aumentando il numero degli alunni e le materie da insegnare, già a parità di tempo, la qualità peggiora& Per quanto attiene all'insegnante prevalente, sul quale nelle scuole a tempo pieno si è discusso, e seriamente, per non adottarlo, sembra essere imposto solo per& risparmiare! Già, perché un team di insegnanti che intende lavorare seriamente, per obiettivi e metodi comuni, ha bisogno di tempo, per programmare e per confrontarsi, ed è un tempo che va riconosciuto e pagato! Così come va pagato e incentivato l'aggiornamento didattico ed educativo. (...) A costo zero non si riforma, si imboniscono soltanto i cittadini, i quali però cominciano ad accorgersi che stanno venendo meno molte delle certezze sulle quali si sono costruite le vite dignitose di tante famiglie (il valore aggiunto del tempo pieno è che ha costituito una misura di conciliazione per molte donne che hanno scelto di lavorare o ne hanno avuto la necessità). Sono gli stessi cittadini che non ci mettono poi tanto a capire che, se non si cambia linea, non saranno i figli (o le figlie) del Ministro Moratti a decidere, a soli tredici anni, di poter imparare soltanto un mestiere! Irene Riva Coordinatrice Dip. Scuola Ds - Lecco


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