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Puglia, la Dad di Emiliano e lo scontro tra scuole e genitori. Il dossier arriva al ministero

Dossier del comitato per il ritorno in classe al Miur: i nostri figli vengono «strigliati» dai prof se li mandiamo in classe. Ma il governatore insiste: solo il 10 per cento delle famiglie manda i figli a scuola in presenza

30/04/2021
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Corriere della sera

L’anno scolastico in Puglia rischia di finire, come era del resto prevedibile, in rissa. La regione guidata da Michele Emiliano è l’unica che non ha applicato le nuove regole previste dall’ultimo decreto che prevedono il ritorno in presenza per tutte le scuole, lasciando soltanto alle superiori la possibilità di un rientro graduale dal 70 al 100 per cento da qui alla fine dell’anno scolastico.

La scuola a scelta

Emiliano, almeno fino al 15 maggio, ha deciso che sono le famiglie a decidere se mandare i figli in presenza o se chiedere la Dad. Nella maggior parte delle scuole pugliesi i presidi hanno pubblicato circolari in cui chiedono alle famiglie, nel caso non vogliano far rientrare i figli, di compilare un modulo e consegnarlo al preside che provvederà ad attivare le lezioni online. Una scelta che i presidi permettono di fare una sola volta, perché altrimenti l’organizzazione scolastica rischierebbe di finire in tilt. Ma ci sono anche scuole nelle quali è il dirigente scolastico a invitare i genitori a considerare prioritaria la situazione sanitaria, insomma a tenere a casa i figli. Ma non basta. Secondo quanto riporta il Quotidiano di Puglia nel faldone che è sul tavolo del ministro Patrizio Bianchi ci sono anche vocali di insegnanti, anche di maestre elementari, che insisterebbero con genitori e anche alunni per farli restare a casa. Addirittura ci sarebbero casi di bambini strigliati dalla maestra che teme per la propria incolumità andando in classe.

La dottrina Emiliano

La «dottrina Emiliano» ha riscosso un certo successo in regione, se è vero che 9 famiglie su 10 hanno accettato di continuare con la Dad anche per i bambini più piccoli che frequentano le scuole elementari. Il governo invece ha cercato di fare pressione per indurre il governatore a seguire le regole nazionali. Ma finora né i ricorsi al Tar né l’impugnativa dell’ordinanza sembrano poter mettere fine «all’insubordinazione» del governatore. Questione di cavilli, si potrebbe dire, perché le scuole in Puglia sono formalmente aperte, come prevede la legge, e l’ordinanza lascia la scelta alle famiglie. Neppure l’ultimo decreto con una formulazione più rigida per costringere tutte le Regioni ad allinearsi non è servito a far cambiare idea a Emiliano. Ora però si avvicina la scadenza del 15 maggio (quando scade l’ordinanza) e entro quella data il ministro Bianchi e la ministra per le Regioni Maria Stella Gelmini dovranno tentare una mediazione.