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Quei 3.450 con la Lode alla Maturità la Sardegna la Regione che boccia di più Pugliese un super diplomato su cinque Nei licei risultati migliori che negli istituti tecnici

Sempre più 100 e lode. Sempre meno bocciati.

29/07/2014
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Corriere della sera

Sempre più 100 e lode. Sempre meno bocciati. Liceali in media più «bravi» di chi studia nelle scuole d’arte, negli istituti tecnici e professionali. E una regione, la Puglia, che consolida un primato nazionale: è il pezzo d’Italia con il più alto numero di diplomati con il massimo dei voti. E al secondo posto — dopo la Calabria — per studenti usciti con 100. La Lombardia, invece, si conferma l’area dove è più difficile prendere la lode.
Il ministero dell’Istruzione ha pubblicato ieri i dati relativi all’ultima Maturità confermando una tendenza in atto da qualche anno: i diplomati con lode crescono sessione dopo sessione. Se nel 2011/2012 erano 2.581 e nel 2012/2013 2.949, quest’anno hanno sfondato quota tremila, toccando 3.450. Quasi uno su cento. Di questi più del 20 per cento (700 diplomati) ha studiato in Puglia. Altri 408 in Campania. Quindi in Sicilia (356) e Lazio (348). Soltanto 14 i cento e lode nella Provincia autonoma di Trento. Mentre il Molise, in un anno, di fatto raddoppia i super-bravi che passano dallo 0,7 all’1,3 per cento. La Calabria è la regione con la percentuale (7,3) più elevata di 100. Seguono Puglia (6,6%) e Umbria (6,1).
Quest’anno, a differenza della Maturità 2013, non c’è stato l’«assillo» del tanto contestato bonus — corretto dall’ex ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza con l’introduzione del «percentile», poi tolto nel bel mezzo dei test d’ammissione all’università — che fino all’anno scorso, proprio per il divario sugli esiti, aveva finito per favorire i ragazzi usciti dalle scuole superiori del Sud.
In generale, calcola il Miur, all’ultimo esame è stato ammesso il 95,8% dei candidati: quasi tutti (99,2%) hanno superato poi le prove. Ma se da un lato è aumentato il numero di chi ha preso il massimo, dall’altro è diminuita l’incidenza di chi ha finito gli studi con voti alti: quelli diplomati con 100 sono scesi dal 4,7% dell’anno scorso al 4,5. Così come è calata di 0,2 punti percentuali (da 7,9 a 7,7) anche la fascia di voti che va da 91 a 99. Sono aumentati, anche se di poco, i ragazzi con una valutazione che va da 71 a 90. Se si va a vedere la tipologia dell’istituto, si scopre che i giovani dei licei hanno registrato voti più alti: l’8,5% ha preso 100 o 100 e lode. Lode che negli istituti tecnici e professionali è stata una rarità visto che l’ha avuta, rispettivamente, lo 0,3 e 0,1% dei candidati. Di fatto la metà di chi ha studiato in questi due percorsi ha avuto una valutazione finale che non ha superato i 70 punti.
Notizie positive arrivano dagli scrutini intermedi dell’istruzione secondaria di secondo grado: scendono i bocciati, che sono passati dal 10,3 al 9,6% sul totale, aumentano i promossi (dal 63,8 al 64,5%). Ma il primo anno e gli istituti professionali e tecnici hanno raccolto il più alto numero di ragazzi che si fermano un giro (o anche più). La maggior parte dei non ammessi risultava iscritto nei professionali (16%) o nei tecnici (12,3%).
Quanto alle promozioni sono passati più di sette liceali su dieci, mentre negli istituti il valore scende a poco più della metà. Bisogna iscriversi nelle scuole dell’Umbria, Puglia e Calabria per avere la certezza (o quasi) di accedere all’anno successivo: sono queste, certifica il ministero dell’Istruzione, le regioni che hanno avuto il più alto numero di promossi (sette su dieci).
Tutti al Sud, insomma. O quasi. Perché nel Mezzogiorno si trovano anche le aree dove è più alto il rischio di essere bocciati: nell’anno scolastico 2013/2014 in Sardegna non è stato ammesso il 14,7% degli studenti, in Campania l’11,5, in Sicilia l’11. Lombardia e Toscana segnano il record di «sospensioni di giudizio» che ha riguardato quasi un giovane su tre.
Ora l’appuntamento è con la Maturità 2015 dove le prove dovranno tenere conto dei nuovi programmi scolastici. Il prossimo settembre il ministero dell’Istruzione dovrebbe presentare le novità che riguarderanno soprattutto istituti tecnici, professionali e licei linguistici. Tra le novità ci si aspetta un peso maggiore dell’apprendistato nell’esame finale e probabilmente si dirà addio alla tesina, mai amata, a dire il vero, né dagli studenti, né dagli insegnanti. Sulla terza prova — spauracchio per migliaia di studenti — potrebbe arrivare qualche ritocco.
Leonard Berberi

@leonard_berberi