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Quello che gli italiani non taglierebbero mai: la scuola è seconda
Lo rileva l'indagine Acri-Ipsos realizzata in occasione della 86esima Giornata Mondiale del Risparmio
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Gli italiani non taglierebbero mai sanità (53%), scuola, università e ricerca (34%), pensioni (33%). E se fossero costretti sacrificherebbero la difesa (45%), le spese per la giustizia (19%), la protezione dell'ambiente (18%).
Lo rileva l'indagine Acri-Ipsos realizzata in occasione della 86esima Giornata Mondiale del Risparmio. Rispetto alla spesa pubblica, i più (47%) ritengono che i tagli inibiscano la crescita, mentre il 39% ritiene che la possano aiutare. Il 59% degli italiani pensa che i tagli siano volti a contenere gli sprechi, mentre solo il 36% vede una volontà di ridimensionamento dei servizi. C'è chi segnala, però, che alla prova dei fatti i servizi sembrano ridursi senza una effettiva razionalizzazione (è così per il 76% contro il 20% che ritiene che i tagli abbiano ridotto sprechi).
E se si chiede ai cittadini di cosa abbia effettivamente bisogno l'Italia, in pochi si appassionano per la riduzione del debito pubblico (12%) e pochi di più per la riduzione della spesa pubblica (15%), che arriva al 34% presso le classi direttive).