Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » "Qui in periferia le lezioni online sono un’utopia"

"Qui in periferia le lezioni online sono un’utopia"

iovanna Genco è la preside di una scuola di frontiera palermitana, l’elementare e materna De Amicis nel popolare quartiere Noce.

27/03/2020
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Salvo Intravaia

PALERMO - «Siamo in grandissima difficoltà. I genitori dei nostri alunni sono alle prese con enormi problemi di lavoro e per loro è difficile anche scaricare un’App. Per molti la didattica a distanza è l’ultimo dei problemi». Giovanna Genco è la preside di una scuola di frontiera palermitana, l’elementare e materna De Amicis nel popolare quartiere Noce. Una delle 580 scuole italiane (7 su cento) che non hanno risposto al questionario inviato dalla ministra dell’Istruzione per censire le attività a distanza. L’Istat dice che il 9 per cento delle famiglie italiane non ha una connessione domestica o ne ha una lenta.

Perché non avete risposto al monitoraggio del ministero?

«Abbiamo voluto fare un’indagine capillare che non poteva rispettare i tempi previsti dall’indagine ministeriale: ho chiesto agli insegnanti di chiamare i genitori e chiedere loro di cosa fossero provvisti».

Siete riusciti a contattare tutti?

«No. Non siamo riusciti a raggiungere diversi genitori stranieri e anche alcuni italiani che cambiano spesso numero di telefono».

Cosa è emerso dal vostro monitoraggio?

«Che il 70 per centodelle famiglie dei nostri alunni di scuola primaria non ha disposizione a casa né computer né tablet. E il 40 per cento neppure il cellulare per collegarsi a distanza, perché si tratta di uno strumento utilizzato per lavoro dai genitori».

I genitori riescono a seguire i figli a casa?

«Molti vivono in una situazione di grande precarietà lavorativa e in questo momento sono ancora più in difficoltà. Si tratta per lo più di badanti, parrucchieri a domicilio, venditori ambulanti che fanno fatica a sbarcare il lunario».

E i compiti ?

«Il 75 per cento non li restituisce».

Come intervengono le maestre?

«Li contattiamo telefonicamente per spiegare loro, passo passo, come devono collegarsi da casa».


FERMIAMO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

Al via la
campagna referendaria.

APPROFONDISCI