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Rassegna it: Crisi: Epifani, serve una manovra da 23 miliardi in due anni

se si sommassero insieme i lavoratori lasciati a casa dell'industria manifatturiera, dei servizi, della pubblica amministrazione e della scuola, si supererebbero di gran lunga le 500 mila persone

25/11/2008
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Serve una manovra di circa 23 miliardi di euro in due anni, pari allo 0,7 per cento del pil per quest’anno e allo 0,7 per cento per il prossimo”. Questa la proposta indirizzata al governo dal segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, per affrontare la crisi economica: “È una manovra grossa - ha affermato il leader sindacale nel corso di una conferenza stampa - ma corrisponde a ciò che Gordon Brown sta proponendo per il suo paese”.

Il leader sindacale ha spiegato che il piano è compatibile con i conti pubblici italiani: “Tra questa manovra, fatta parzialmente in disavanzo, e gli effetti nei prossimi quattro anni della crisi sui consumi e sull'occupazione, vi sarebbe una sostanziale parità: una metà circa della somma sarebbe recuperata con una maggiore crescita, l’altra metà con la riduzione degli interessi derivanti dal taglio dei tassi da parte della Bce”. Nel sottolineare gli effetti della crisi sull'occupazione, in particolare su quella dei lavoratori precari, il numero di 400 mila unità in meno “è purtroppo in difetto”, ha detto ancora Epifani spiegando che se si sommassero insieme i lavoratori lasciati a casa dell'industria manifatturiera, dei servizi, della pubblica amministrazione e della scuola, si supererebbero di gran lunga le 500 mila persone.

Insiste la Cgil: “C’è bisogno di un intervento strutturale che possa restituire il drenaggio fiscale a dicembre, con le tredicesime, e a gennaio, prorogando gli sgravi sui redditi da lavoro dipendente". Tra le altre richieste, quella di allargare della cassa integrazione al mondo della piccola impresa, oltre a misure specifiche per i lavoratori a tempo determinato, gli interinali e i collaboratori a progetto. E quella di dare 417 euro al mese, per sei mesi, a 400 mila precari. Una misura che sarebbe possibile, ha spiegato il leader sindacale, sospendendo la detassazione degli straordinari che costa circa un miliardo di euro. Epifani, infine, ha sottolineato come sia tornata d’attualità anche la richiesta di “completare i percorsi di stabilizzazione in tutto il comparto pubblico”.

Le proposte illustrate ieri dal governo, ha sottolineato il leader di Corso Italia, “sono nel segno della continuità", mentre quel che occorre è dare una risposta forte: “Questo è il cuore e il centro della nostra azione - ha concluso - ma dovrebbe diventare il cuore della politica pubblica, perché le nostre misure non sono pensate a beneficio di una parte ma a quello dell'intera collettività”.