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Rassegna it: Scuola: Cgil, aumenta incidenza ora di religione

la Cgil ha presentato un rapporto di ricerca di carattere qualitativo di Leonardo Palmisano che si basa sulle interviste raccolte tra i genitori che, tendenzialmente, vorrebbero non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica

18/02/2009
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Rassegna.it

E' urgente riprendere la battaglia, politica e culturale, per la laicità della scuola pubblica. Questo il messaggio lanciato dalla Cgil nel corso dell’incontro seminariale ‘Quale laicità nella scuola pubblica?’ organizzato oggi nella sede della confederazione. “Un'esigenza rafforzata - hanno spiegato Morena Piccinini, segretaria confederale della Cgil, e Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc - da alcune constatazioni”.

La prima riguarda la scure che si sta abbattendo sui livelli occupazionali del personale scolastico. “Siamo di fronte - hanno spiegato i due sindacalisti - a una riduzione di oltre 140.000 lavoratori in tre anni, di cui fanno parte modificazioni degli ordinamenti che riguardano praticamente gli insegnanti di tutte le discipline ma nessuno dei 15.000 docenti di ruolo di religione cattolica o degli altri 10.000 docenti che insegnano religione con contratto a tempo determinato. Personale – hanno aggiunto - retribuito dallo Stato, ma che risponde in termini di contenuti e di operato alla gerarchia cattolica”.

Il secondo esempio riguarda la cosiddetta ‘riforma’ Gelmini. “All’interno di questa – hanno spiegato Piccinini e Pantaleo – c’è tutta una serie di provvedimenti tesi a ridurre il tempo scuola, in particolare nella scuola primaria. In questa scuola, come anche nella scuola per l'infanzia, sono previste due ore di Irc (insegnamento religione cattolica) all’interno delle ore curricolari. Appare evidente che mentre su un orario di 30 ore settimanali l’incidenza di questo insegnamento era pari al 6,7%, con i regolamenti proposti dal ministro Gelmini, che prevedono 24 ore curriculari, la sua incidenza diventerà dell’8,3%. Ed è anche così che l'insegnamento della religione cattolica sarà, oltre che tutelato, addirittura potenziato”.

La Cgil sottolinea, inoltre, come la questione diventi cruciale con l’arrivo tra i banchi di un crescente numero di alunni immigrati. “All’immigrato di altra religione che oggi arriva nel nostro paese e va a iscrivere i figli a scuola, si pone davanti un elemento di ricatto oggettivo che, fatta salva la dignità di chi riesce a rivendicare con coerenza il rispetto del diritto a una libera scelta, può avere – hanno sostenuto i due dirigenti sindacali - due derive: l'una costituita dall'accettazione, più o meno sincera, della religione maggioritaria come parte di una integrazione socio-culturale a cui si ambisce, e quindi, a maggior ragione, dell'Irc come elemento di non discriminazione per i figli secolarizzati, l'altra costituita dalla spinta a dar vita a gruppi religiosi propri e separati, con scuole proprie”. A conforto di questa posizione la Cgil ha presentato un rapporto di ricerca di carattere qualitativo di Leonardo Palmisano che si basa sulle interviste raccolte tra i genitori che, tendenzialmente, vorrebbero non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica.