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Redattore Sociale: Abbandoni e diplomati: dall'Ue l'ok all'Italia, ma con riserva

Aumentano i diplomati, calano gli abbandoni precoci, ma i dati relativi all'Italia restano sempre sotto la media Europea

15/02/2008
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Redattore Sociale

Roma - Aumentano i diplomati, calano gli abbandoni precoci, ma i dati relativi all'Italia restano sempre sotto la media Europea. Anche quando si tratta di competenze linguistiche dei quindicenni (in discesa libera nel nostro Paese, ma anche in molti altri Stati membri) o di educazione permanente degli adulti. A dirlo e' il Rapporto 2008 sui progressi nel raggiungimento degli obiettivi di Lisbona presentato oggi a Bruxelles, al Consiglio Europeo dei ministri dell'Istruzione. Per l'Italia c'era il vice ministro Mariangela Bastico.

Nelle centonovantasei pagine del documento si tracciano luci e ombre del nostro sistema dell'istruzione, dalla scuola dell'infanzia al cosiddetto long life learning (la formazione durante tutto l'arco della vita). L'Italia, ad esempio, non compare tra i "best performers" (i Paesi con i miglio risultati) in nessuno dei tre indicatori (tra cui figurano proprio gli abbandoni precoci) che riguardano l'istruzione superiore. E neppure tra quelli relativi all'istruzione terziaria. È invece al top per quanto riguarda i servizi scolastici per l'infanzia. Secondo l'Ue siamo al di sopra, con quasi il 100% di partecipazione dei bimbi di 4 anni, a delle medie di Europa a 27 (85,7%), Usa (65,3%) e Giappone (94,7%). Mentre va decisamente peggio per quanto concerne gli abbandoni: nonostante punte di miglioramento, l'Italia resta tra i Paesi con il 20,8% di giovani che lasciano precocemente i banchi, contro il 10% richiesto dagli obiettivi di Lisbona.

Basse le competenze chiave dei nostri giovani nella lettura: sono piu' del 21% i ragazzi che hanno problemi. E tra il 200 ed il 2005, secondo il Rapporto, e' calato anche l'insegnamento delle lingue straniere. Comunque, dato positivo, dal 2000 al 2005, e' aumentato il numero di diplomati in materie scientifiche. L'Ue lamenta, poi, che in Paesi come l'Italia (dato del 2004) un anno dopo il diploma il 50% dei ragazzi sono senza un lavoro. E, comunque, il 50% di quelli che lo trovano hanno un'occupazione temporanea. Per quanto riguarda la formazione permamente, i paesi che se la cavano meglio (per numero di 25-564enni coinvolti) sono Danimarca, Regno Unito e Finlandia. L'Italia, con poco piu' del 5%, resta, decisamente sotto la media Ue. (DIRE)